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A scuola lavorano per l’80% donne professioniste pagate poco, senza benefit, con orari scomodi, figli piccoli e genitori anziani: Rusconi (Anp) sul ‘curriculum flessibile’

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“Il problema è che quando si parla di curriculum flessibile, di scuola aperta il pomeriggio, io dovrei avere a che fare con dei docenti professionisti, che tuttavia devono avere uno stipendio adeguato”. A sostenerlo è stato Mario Rusconi, presidente Anp Roma, intervenendo al Palazzo dell’Informazione dell’Adnkronos a Roma durante la Maratona Bullismo, attraverso la quale è stato reso noto il primo rapporto dell’Osservatorio nazionale bullismo e disagio giovanile.

“Si parla tanto dei social – ha sottolineato Rusconi – , ma io non credo che siano i social a rovinare i nostri studenti. Bisognerebbe smantellare tutta una serie di privilegi di cassa, spesso di cassa sindacale”.

Secondo Rusconi c’è “una cosa che in Italia manca: il curriculum flessibile, che già c’è in molti Stati. È stato fatto l’esperimento come proposta di legge, passata anche in Parlamento, da Berlinguer centrosinistra e da Lamoratta centrodestra. Entrambi sono stati impallinati dai sindacati. Dobbiamo partire dai presupposti anche di natura sociale: l’80-90% degli insegnanti italiani sono donne, che per lo più hanno dei bambini, molto spesso piccoli, che hanno dei genitori anziani. Non hanno servizi sociali che permettono loro di avere un vero e proprio status giuridico, quindi orario da professionista”. E non hanno nemmeno i compensi del professionista, anche di fatto lo sono. Figuriamoci, quindi, quanto potrebbe essere complicato coinvolgere il personale scolastico nell’apertura delle scuole pomeridiana e serale, ma probabilmente anche nei week end e nei giorni di festa.

Secondo il preside dell’Istituto Pio IX di Roma, “noi adulti non abbiamo spesso la forza di capire quali sono le azioni che possono essere apparentemente repressive – continua -, ma che hanno un forte significato per quanto riguarda i nostri ragazzi”. Solo che “la scuola italiana è adoperata al 25% delle sue possibilità. Bisognerebbe aprirla tutti i giorni di pomeriggio, la sera. Nel momento in cui cominciano a esserci anche dei finanziamenti per fare queste cose, c’è un una forte refrattarietà per esempio dei sindacati”.

Rusconi, che si è definito “un sociologo della scuola”, ha ricordato che “la scuola italiana è vecchia perché è stata fondata dai gesuiti che si inventarono la ratio studiorum, che prima non esisteva: lezioni con le ore distinte, la classe, le aule e così via. Questo è stato l’impulso per la scuola in tutto l’Occidente, ma direi anche in Oriente. Però le altre nazioni si sono in molti versi evolute, hanno cambiato, noi siamo rimasti ancora a indietro. Infatti io sorrido, diciamo, anche come storico quando sento dire ‘Se si è di sinistra la colpa è della scuola gentiliana’, ‘se si è di destra la colpa è del 68’ perché è una forma di riduzionismo”.

“Noi dobbiamo uscire da quello schema – spiega Rusconi -, ma come si fa? Dobbiamo fare in modo che ci siano dei luoghi in cui si vada a espandere tutta quella che è l’atmosfera emotiva dei nostri giovani. Ci sono questi luoghi? Sì, hanno nome e cognome: sono le scuole. Gli edifici scolastici sono 42.000 in Italia, anche se sono 7.800 quelle con titolarità” poiché autonomi, con presidenza e uffici di amministrazione.

Il presidente Anp Roma ha quindi tenuto a ricordare che gli istituti scolastici “sono edifici che vengono adoperati a un quarto della loro utilità. Le regole che noi abbiamo sono regole insensate, perché tendono a reprimere quei momenti di emotività diffusa degli studenti e tendono invece a sottacere le occupazioni delle scuole durante le quali si distruggono interi edifici. In poche parole, il perdonismo nei riguardi di tutta una serie di azioni che andrebbero contenute è diffuso e non è una questione di destra o di sinistra”, ha sottolineato il sindacalista dei presidi della capitale.