
Ne abbiamo parlato qualche settimana fa, il Debate – questa metodologia didattica innovativa che sviluppa competenze trasversali e capacità di costruzione di un testo argomentativo, allenando al cosiddetto “public speaking” – si sta diffondendo rapidamente in tutte le scuole italiane e il mese prossimo, dal 5 al 9 maggio, Marina di Massa ne ospiterà i campionati nazionali.
A supporto di quanto dicevamo, la redazione di Torino del quotidiano La Repubblica riferisce che le scuole del capoluogo piemontese sembrano in questo periodo travolte dalla febbre del Debate.
Intervistata sull’argomento, una docente referente dell’Istituto Comprensivo “Ugo Foscolo” di Torino dichiara che il rispetto dei tempi e dei ruoli – fondamentali nel Debate – insegna ai giovani a essere precisi ma soprattutto educa al confronto civile e costruttivo, permette allo studente di documentarsi, costruirsi dei discorsi, argomentare e confutare. Ma anche l’espressione di un pensiero critico, il problem solving, la cooperazione e la capacità di parlare in pubblico sono sollecitati e potenziati da questa attività, sempre più popolare nelle scuole. La docente – che coordina una squadra impegnata in questi giorni nei quarti di finali del campionato nazionale – sottolinea un altro aspetto che rende il Debate davvero interessante come metodologia didattica: i ragazzi, cioè, capiscono che la verità non è mai assoluta e il Debate diventa così un esercizio per allargare la prospettiva.
A Torino, tra le squadre che hanno già ottenuto risultati encomiabili a livello nazionale c’è la “Novi Oratores”, del Liceo classico e musicale “Cavour”. Sentita dal quotidiano romano, la docente che segue la squadra conferma che la carta vincente è la dimensione agonistica che ai ragazzi piace tanto. Da non trascurare il fatto – continua la docente – che molti trovano nella struttura rigida delle regole del dibattito un aiuto per superare le loro paure, come l’emotività o il parlare in pubblico. La squadra, che eccelle nelle dispute classiche, si è aggiudicata anche un premio al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha vinto la fase regionale del campionato e adesso si prepara a quella nazionale. La scuola organizza anche una “Debate Academy”, una settimana di full immersion in cui gli studenti si spostano ad Albenga, in Liguria, per simulare dibattiti e affinare le loro abilità.
Insomma, un vero e proprio inno all’importanza del passato e delle tradizioni: il Debate, infatti, pur affondando le sue radici nelle vecchie “disputationes” nell’antichità greco-latina, oggi diventa uno strumento amato dai giovanissimi per affrontare temi complessi e riflettere. Con campionati locali e nazionali, in lingua italiana ma anche in inglese o in latino per i festival dei licei classici. Le regole sono sempre le stesse: ci sono due squadre di tre speaker ciascuna e c’è un tema che può essere storico, sociale o politico. Le squadre devono confrontarsi con dissertazioni, dividendosi in squadra “pro”, quindi a favore del tema trattato e “contro”. Ogni squadra è naturalmente chiamata a confutare gli avversari. Alcuni esempi di temi da dibattere? Una scuola senza voti, pro e contro? L’intelligenza artificiale sostituirà il lavoro umano? Ius soli, cosa pensarne?