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Alunno promosso, i genitori chiedono di bocciarlo: accolto il loro ricorso al Tar. Per i giudici la scuola ha “travisato i fatti”

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Il Tribunale Amministrativo di Trento ha accolto il ricorso dei genitori di un alunno di una scuola elementare di Trento promosso dal Consiglio di Classe. I due hanno chiesto per lui la bocciatura, al fine di permettergli di affrontare l’anno scolastico con meno stress, così come suggerito anche da una psicoterapeuta.

Come riporta Il Corriere della Sera, i giudici hanno ribaltato, come ormai accade molto frequentemente, la decisione della scuola, determinando la bocciatura del ragazzo. Le difficoltà dello studente, legate a motivi di salute, erano state segnalate agli insegnanti fin dal primo giorno ma nel secondo quadrimestre il bambino aveva vissuto un aumento significativo del suo disagio, che gli aveva causato notevole stress e sofferenza. La scuola aveva però valutato comunque di promuovere l’alunno. Di qui il ricorso della famiglia e la decisione del Tar. 

Il bambino ha già cambiato scuola

La sentenza ha stabilito che le decisioni della scuola erano viziate da un “eccesso di potere per difetto di istruttoria e di motivazione e per travisamento dei fatti”. La scuola non avrebbe infatti considerato adeguatamente le ragioni presentate dalla famiglia, tra cui la relazione della psicoterapeuta a favore della richiesta di bocciatura.

Il Tribunale ha quindi stabilito che lo studente potrà ripetere l’ultimo anno del suo percorso scolastico alle elementari seguendo un ritmo ritenuto più adatto alla sua situazione personale. Nel frattempo, grazie al decreto monocratico del Tar di Trento dello scorso settembre, il bambino ha potuto iniziare l’anno scolastico 2023-2024 ripetendo la classe e potendosi trasferire nell’istituto che i genitori hanno ritenuto più idoneo a un percorso mirato di crescita. 

Il caso avvenuto a Tivoli

Ha fatto discutere di recente il caso della studentessa di Tivoli con sei insufficienze bocciata e poi ammessa alla seconda media dal Tar dopo il ricorso avanzato dai suoi genitori. Dopo il polverone che si è alzato contro questa pratica ormai comune, che provoca nei docenti un senso di delegittimazione, tanto da spingere a dire la propria anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, a parlare sono proprio i genitori della ragazzina.

Questi, a Il Messaggero, hanno difeso la loro decisione. “Abbiamo ritenuto opportuno rivolgerci alla magistratura dopo una serie di colloqui infruttuosi tra noi e la scuola. Siamo stati insoddisfatti della risposta, con una motivazione che presentava vizi formali e sostanziali. Riteniamo che non sia stato considerato il miglioramento di un’alunna di 11 anni nel primo anno di scuola media. Nostra figlia era migliorata in 7 materie e in alcune il miglioramento non è stato reso possibile”.eADV