Home Archivio storico 1998-2013 Precari Assunzioni precari, la Flc-Cgil chiede di aprire un tavolo di confronto

Assunzioni precari, la Flc-Cgil chiede di aprire un tavolo di confronto

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La Flc-Cgil sembra davvero aver sposato la causa dei precari. Dopo averli affiancati nelle iniziative provenienti dal ‘basso’, come quelle dei supplenti palermitani, precedenti all’inizio d’anno scolastico, e nelle proteste di piazza, come lo sciopero di fine ottobre a Napoli, ora il sindacato confederale si rivolge direttamente alle istituzioni. Chiedendo espressamente, tramite il segretario generale Domenico Pantaleo, un tavolo di confronto” per “dimostrare che in ogni caso lo Stato risparmierebbe nel caso in cui questo personale fosse assunto a tempo indeterminato.
Il sindacalista non usa giri di parole per dire che lo Stato non ha nessuna convenienza economica a tenere in servizio alcune decine di migliaia di docenti ed Ata nominati fino al 30 giugno“. Pantaleo sottolinea che, invece, negli ultimi due anni abbiamo registrato, a fronte dei tagli operati dal governo, solo poche migliaia di immissioni in ruolo del personale docente, educativo ed Ata” e nel contempo “è peggiorata la qualità del servizio e sono peggiorate le condizioni di lavoro nel sistema dell’istruzione.
La proposta della Flc-Cgil è quindi quella di “definire un intervento straordinario di immissioni in ruolo a partire dal mese di giugno“, oltre che “stabilire un piano pluriennale di stabilizzazioni per dare prospettive certe a tutto il personale abilitato o che intende abilitarsi e che attualmente risulta escluso da tali procedure  e al personale Ata incluso nelle graduatorie permanenti“. Quante probabilità ci sono che l’appello di Panteleo possa essere raccolto? Francamente poche. A meno che non cambi radicalmente il Governo e la linea assunta dal 2008. Ed in ogni caso, come sanno bene gli addetti ai lavori, assumere a tempo indeterminato decine di migliaia di docenti comporta per lo Stato italiano delle spese (come quelle derivanti dalla ricostruzione della carriera) e degli obblighi (di fatto la non licenziabilità) che fino a quando non migliorerà l’economia molto difficilmente vorrà fare proprie.