
Il Direttore della Comunicazione dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo, ha avanzato al Governo Italiano e al Ministero dell’Istruzione e del Merito una proposta: fermare il bullismo nelle scuole e l’escalation di suicidi fa i ragazzi istituendo nelle scuola una nuova disciplina a partire dalle elementari, “Comunicazione e Linguaggio”.
Lui sostiene che, di fronte al fatto che I social network e le nuove tecnologie hanno trasformato il linguaggio dei giovani in veicolo di violenza, odio e sopraffazione e che la scuola non può più restare spettatrice, ma anzi deve diventare presidio educativo, bisogna ridare valore alla parola e potere alle costruzione delle relazioni umane.
Da qui, l’implementazione di “Comunicazione e linguaggio” sarebbe capace di educare i giovani al linguaggio rispettoso, etico e creativo, come strumento per contrastare violenza verbale e odio sociale.
Dice il proponente, secondo quanto riporta Affaritaliani.it: “La parola può costruire o distruggere. Oggi rischia di essere ridotta a strumento di offesa e manipolazione, con conseguenze devastanti per i giovani. La scuola deve insegnare a usarla come mezzo di dialogo, rispetto e costruzione sociale”.
La nuova materia mirerebbe, secondo il suo postulato, a educare bambini e adolescenti a distinguere i contenuti positivi da quelli negativi, a comprendere il linguaggio dei social e a contrastare fenomeni come bullismo, cyberbullismo, violenza verbale e odio sociale.
“La scuola deve tornare a insegnare il valore della parola come strumento di dialogo e responsabilità. Solo così possiamo arginare l’odio sociale, la violenza verbale e offrire ai giovani gli strumenti per vivere in una società più giusta e rispettosa“.
“In principio fu la parola”, riporta la Bibbia, grazie alla quale il Caos fu diradato, perché ogni cosa creata ricevette un nome. Non si capisce questa ulteriore nuova materia quale beneficio porterebbe, considerato che tutta l’impalcatura didattica della scuola si basa proprio sulla parola.
Che poi essa sia avvelenata o meno dipende da chi la usa, come tutta la letteratura declama, a cominciare dalle parole di Jago nell’Otello di Shakespeare e finire con le parole del Mercante nella “Eccezione e la regola” di Bert Brecht. Ma c’è anche quella del serpente nel Paradiso o l’altra che chiama nel deserto.




