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Caro Di Maio, dov’è la dignità che dà il nome al suo decreto?

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Caro Ministro Di Maio, la ringraziamo per il sogno che ci ha regalato qualche giorno fa comunicandoci il nome del Decreto: DIGNITÀ, che ci ha fatto ben sperare; ma, quando dal titolo siamo passati al testo del DECRETO, il sogno è andato in frantumi, trasformandosi nuovamente nell’incubo che viviamo da anni, ma soprattutto da dicembre ad oggi.

Vorremmo soffermarci sul significato della parola DIGNITÀ.
Il filosofo Kant scriveva che la dignità ha un valore intrinseco che tutti gli esseri ragionevoli (cioè gli esseri umani) devono RISPETTARE.
Noi Diplomati Magistrali chiediamo RISPETTO DELLA NOSTRA DIGNITÀ!
Da anni siamo vittime di un “pasticcio” normativo.
Da anni siamo sfruttati, sottopagati per il nostro LAVORO, (sappiamo bene che i colleghi in altri Paesi dell’Unione Europea ricevono ben più lauti compensi rispetto ai nostri, come molti politici ci ricordano in campagna elettorale).

Eppure in altri Paesi viene considerato, giustamente, un LAVORO DI GRAN VALORE SOCIALE perché EDUCHIAMO E FORMIAMO I CITTADINI DEL FUTURO!
Chiediamo DIGNITÀ per i pagamenti dei nostri stipendi: molti insegnanti precari subiscono ritardi di 2/3 mesi. Inammissibile nell’era digitale in cui tutto è a portata di click! Lavorare e non esser pagati con regolarità, non è certo sinonimo di DIGNITÀ.
Chiediamo DIGNITÀ perché nei mesi estivi, quando il resto dei lavoratori possono godere delle ferie per recuperare energie per il prossimo anno, noi precari ci occupiamo di compilare moduli su moduli per dichiarare lo stato di disoccupazione (come se lo Stato non sapesse che ci ha licenziati quando non servivamo più!) e a luglio ed agosto cerchiamo di sbarcare il lunario con i pochi risparmi messi da parte, attendendo speranzosi l’arrivo del TFR dell’anno precedente e dell’indennità di disoccupazione.
E ci arrovelliamo il cervello pensando a quale incarico ci riserverà “la ruota della fortuna” il prossimo anno!
Vogliamo DIGNITÀ in quanto in uno Stato di Diritto non si può tollerare una discriminazione di trattamento: Diplomati Magistrali con giudizio passato in giudicato ed altri con medesimo titolo con giudizio negativo.
Chiediamo DIGNITÀ per i nostri alunni, molti dei quali oltre a vivere disagi socioeconomici, frequentano scuole che non sono degne di esser chiamate tali (fatiscenti/ insicure, prive di strumenti tecnologici, ecc…) e vengono privati del diritto alla continuità didattica, del diritto ad avere una figura di riferimento stabile durante il percorso scolastico nella fascia d’età in cui psicologi e pedagogisti insegnano che hanno maggior bisogno di “punti fermi”.
CHIEDIAMO a tutte le forze politiche di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale in tempi celeri, dato che dicevate di conoscere bene la nostra situazione e di aver pronti i piani precisi.
Vogliamo SOLUZIONI EQUE, CONCRETE ED URGENTI per i Diplomati Magistrali e per tutti i precari della categoria!
Coordinamento DM Pisa