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Concorsi scuola, in arrivo DPCM per l’assunzione di 6.428 docenti di religione dopo sit-in al Ministero. Snadir: “Felici”

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Qualcosa sembra essersi sbloccato: nella giornata di ieri, 23 novembre, si è svolto un sit-in al ministero dell’Istruzione e del Merito, in viale Trastevere, dove il sindacato degli insegnanti di religione, lo Snadir, ha portato all’attenzione le problematiche dei docenti di religione precari. Più di cento i docenti di molte regioni che si sono dati appuntamento.

A viale Trastevere sono state presentate le 7.000 firme della petizione online, scaturita dalla recente proroga della pubblicazione del bando della procedura straordinaria e del concorso ordinario per l’immissione in ruolo degli insegnanti di religione. Bandi che il Ministero ha posticipato al 2024. 

Lo Snadir, con una delegazione guidata dal Segretario Nazionale, Orazio Ruscica, con Stefano Di Pea e Marisa Scivoletto è stato ricevuto dal Dott. Mauro Antonelli, capo della Segreteria Tecnica del MIM e dal Dott. Filippo Serra, direttore generale per il personale.

L’incontro ha chiarito all’Amministrazione le richieste per una procedura semplificata che renda giustizia ai tanti anni di precariato degli insegnanti di religione, che da 20 anni attendono l’indizione di un concorso per l’immissione in ruolo. L’Amministrazione ha garantito che la macchina burocratica interministeriale (Ministero dell’istruzione e del merito, del Ministero dell’economia e finanza, del Ministero della funzione pubblica) per l’indizione dei due bandi concorsuali – da pubblicare tassativamente in simultanea – si è già messa in moto, dichiarandosi disponibile a riconvocare la Fgu/Snadir per gennaio per un “avanzamento lavori” che possa finalmente raggiungere il traguardo della pubblicazione dei bandi non oltre i primi due mesi del 2024, con l’avvio operativo delle procedure concorsuali per la primavera prossima.

“Giorno da ricordare”

Soddisfazione è stata espressa dal sindacato: “Questo 23 novembre, significa tanto per noi dello SNADIR. Significa che l’impegno, la pervicacia, l’ostinazione, se supportate dalla ragione delle idee e delle richieste, possono produrre risultati. Significa che se si lotta insieme, si può vincere insieme”, così Orazio Ruscica.

“Ma non è finita qui – dice Ruscica – perché nel primo pomeriggio, ci è arrivata dal Ministro della Funzione pubblica, Zangrillo, la notizia della predisposizione in corso d’opera del DPCM per l’assunzione degli insegnanti religione. E ne siamo davvero felici, perché questa comunicazione significa attestare la bontà delle nostre ragioni e il significato della protesta”.

Presentate alcune richieste che dovrebbero trovare accoglimento nel bando relativo alla procedura straordinaria: la prova orale didattico-metodologica semplificata che segua in particolare le Indicazioni nazionali per l’irc; le commissioni di esame devono prevedere la presenza dei docenti di religione di ruolo; la traccia della prova orale dovrà essere estratta 24 ore prima della prova del candidato così da permettere in modo professionale la preparazione della lezione simulata; la ripartizione del punteggio in modo tale che al servizio sia assegnata la metà del totale; l’aumento dei posti da assegnare alle due procedure recuperando quelli non assegnati alle immissioni in ruolo del 1° settembre scorso a seguito di scorrimento della GM 2004. I rappresentanti del Ministro, Giuseppe Valditara, si sono riservati di presentargli queste richieste per ulteriori approfondimenti e valutazioni.

Il motivo delle proteste

Lo scorso 7 novembre, Ruscica ha annunciato l’esistenza un recente emendamento (10.100) all’articolo 10 del decreto legge 29 settembre 2023 n.132, che modifica il decreto legge 29 ottobre 2019, n. 126 che prevede il rinvio del termine ultimo per l’espletamento dei concorsi per il reclutamento di docenti di religione cattolica al 31 dicembre 2024.

“Il Governo ha deciso così per i due bandi che dovevano essere pubblicati entro il dicembre 2023. Si tratta di una situazione illogica. Il ministero riceverà ricorsi, c’è un abuso della reiterazione dei contratti di lavoro. Questa cosa ci indigna e faremo di tutto per esprimere al ministro il nostro ‘no’”, ha detto il sindacalista.

“Tutto è pronto, eravamo in attesa della convocazione del ministro. Se noi siamo pronti e il ministero no, vuol dire che c’è qualcuno che non lo è. Non si vede il motivo di questa ulteriore proroga. L’emendamento è da eliminare, si tratta di un autogol. I due bandi vanno pubblicati entro il 2023. Non possiamo tollerare tutto ciò, è una situazione irrispettosa dei docenti di religione precari”, ha aggiunto, promettendo battaglia.

Un ulteriore rinvio

Come abbiamo scritto, il concorso per docenti di religione cattolica doveva svolgersi entro il 31 dicembre del 2021, è stato prorogato successivamente al 31 dicembre del 2022 e poi ha subito un ulteriore rinvio al 31 dicembre del 2023 previa intesa con il Presidente della Conferenza episcopale italiana.

Procedure concorsuali

Le procedure concorsuali per l’insegnamento della religione cattolica, previste dal decreto legge 29 ottobre 2019, n. 126 convertito con modificazioni dal 20 dicembre 2019, n. 159 prevede due procedure concorsuali: 

  • una ordinaria volta a coprire il 30% dei posti vacanti e disponibili negli anni scolastici dal 2022/2023 al 2024/2025;
  • una straordinaria perla copertura del restante 70% dei posti, riservata ai docenti che abbiano svolto almeno trentasei mesi di servizio nell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali.

Il comma 6 dell’art. 17 del decreto PA bis ha modificato la percentuale dei posti da suddividere tra le due procedure concorsuali attribuendo il 30 per cento dei posti liberi e disponibili al concorso ordinario e il 70 per cento al concorso straordinario.

Procedura ordinaria

Alla procedura ordinaria che sarà su base regionale e articolata secondo i numeri necessari in ciascuna Diocesi, i docenti dovranno essere in possesso di un certificato d’idoneità diocesana rilasciato dalla curia nei novanta giorni antecedenti alla data di presentazione della domanda di  partecipazione e di uno dei seguenti titoli specifici:

scuola dell’infanzia e primaria:

  • master specifico di secondo livello approvato dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana)

scuola secondaria di primo e di secondo livello:

  • baccalaureato conseguito presso le università pontificie;
  • dottorato in teologia;
  • corso di studi teologici in seminario maggiore;
  • laurea magistrale in scienze religiose approvata dalla Santa Sede.

Procedura straordinaria

Alla procedura straordinaria possono partecipare i docenti con tre anni di servizio, anche non consecutivi, nelle scuole del sistema nazionale d’istruzione. Ai fini dei tre anni di servizio sono considerati validi i servizi prestati per anno scolastico almeno per 180 giorni o in modo continuato dal primo febbraio al termine delle lezioni e la partecipazione agli scrutini finali.