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Conferenza stampa dell’ISS. Brusaferro: a marzo gli altri Paesi imparavano da noi, oggi noi impariamo da loro

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La conferenza stampa dell’ISS, presieduta da Silvio Brusaferro.

Nella Conferenza stampa dell’ISS -Covid-19, analisi della situazione epidemiologica in Italia- Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, commenta i dati di oggi, i quasi 22 mila nuovi positivi e gli altri dati dell’indagine, spiegando:

“Rapida diffusione del virus in tutta Europa, situazione molto diversa rispetto a marzo, quando eravamo i primi ad affrontare la pandemia. A marzo gli altri hanno imparato da noi, oggi noi dobbiamo imparare dagli altri, per comprendere la direzione che sta prendendo la pandemia, come potrebbe evolvere e quanto è importante intervenire.”

Gli scenari di evoluzione del virus sono già settati da agosto, ci spiega Brusaferro, per rendere esplicito il fatto che gli scienziati siano a conoscenza delle possibili evoluzioni del virus.

“Oggi tutte le regioni hanno valore Rt sopra l’1, dato particolarmente significativo per predire lo scenario che ci attende come Paese. Le raccomandazioni di attenzione e la necessità di adottare i provvedimenti consentono di potere modellare la curva epidemiologica, raffreddarla, per fare in modo che la velocità del contagio si riduca, così da garantire i servizi di assistenza, di cura dei nuovi positivi, ma anche i servizi sanitari dedicati alle persone che hanno interventi programmati sulla salute.”

“La presente conferenza stampa ha la funzione di costituire un appello ai cittadini affinché seguano le raccomandazioni e le regole che oggi siamo chiamati a rispettare per rallentare il contagio e fare in modo che da qui a poche settimane possiamo muoverci entro uno schema nazionale di vita e di comportamento meno rigido, fino a superare, col tempo, definitivamente l’epidemia.”

Il Direttore Generale della Prevenzione del Ministero, Gianni Rezza, interviene per puntualizzare: “In estate i rientri dall’estero sono stati attenzionati, ma a settembre evidentemente la trasmissione si è spostata in ambito familiare, il luogo entro cui arriva il positivo che ha contratto l’infezione.”

Aggiunge Brusaferro: “Le catene di trasmissione sono diverse, alle volte difficilmente tracciabili. In certi contesti l’analisi del contagio è particolarmente complesso. I momenti di aggregazione diventano molto difficili da andare a tracciare, non solo in Italia ma in tutti i Paesi con cui ci siamo andati a confrontare.”

Ulteriore precisazione di Gianni Rezza: “Diminuito lo smart working, riaperte le scuole, rimessi in circolo i trasporti, è difficile capire il ruolo di queste attività ma tutte insieme contribuiscono alla diffusione del virus. Quando la situazione sfugge di mano in una determinata zona, la chiusura di quella zona, una chiusura locale e limitata nel tempo, è necessaria, ed è la scelta migliore per fare in modo di evitare danni più gravi, ovvero l’insostenibilità degli effetti dell’epidemia sulle strutture sanitarie.”