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Conte difende Azzolina: 50 mila alunni con problemi non sono tanti, aspettiamoci casi di docenti e alunni positivi

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Mentre la ministra dell’Istruzione si rivolge agli studenti garantendo loro che le scuole sono pronte ad accoglierli, il premier Giuseppe Conte, alla festa del Fatto, difende il suo operato.

La riapertura dipende da tanti

Parlando degli spazi non ancora individuati per ospitare gli allievi che non possono rimanere nelle loro scuole per via delle regole del distanziamenti minimo, Conte ha tenuto a dire che “su 8 milioni di studenti avremo problemi su 50 mila casi: significa che è fallimentare l’anno scolastico?”.

Riguardo all’organizzazione per il rientro in classe, ha sottolineato che si tratta di “un grande sforzo collettivo, non c’è solo la Azzolina, ci sono i ministri, i sindaci, gli amministratori. Non posso chiedere a Azzolina di trovare un’aula nel comune tal dei tali”.  

Il presidente del Consiglio ha quindi ricordato che “il Governo garantirà, unico in Europa, 11 milioni di mascherine”.

E ancora: “Un metro di distanza non è un discorso semplice: abbiamo investito 7 miliardi nella scuola. In agosto ho lavorato sulla scuola, tantissime riunioni su questo”.  

E’ scontato che ci saranno casi positivi

Al premier è stato chiesto cosa accadrà se nelle classi ci sarà qualche studente positivo, come è già accaduto proprio oggi in Friuli. “Diamolo per scontato – ha replicato -, abbiamo predisposto linee guida e il dipartimento di valutazione interverrà caso per caso. Se servirà avremo la quarantena della classe”.

Conte ha tenuto a dire che “il governo non ha mai aperto alle discoteche, contrariamente a quanto s’è detto. Poi le regioni le hanno riaperte”.

“Nello stadio l’assembramento è inevitabile, dentro, come entrando e in uscita: l’apertura la trovo inopportuna”.

La presenza allo stadio non è indispensabile

“È chiaro se dobbiamo convivere con la pandemia – ha aggiunto il premier – dobbiamo privilegiare le attività più importanti, quelle che sono caratterizzanti il nostro vivere quotidiano, la nostra vita sociale, la nostra vita associativa, la scuola. Per quanto mi riguarda, ma non è ancora una riflessione condivisa con il governo, la presenza allo stadio, così come manifestazione in cui l’assembramento è inevitabile, perchè ci si siede vicini, vicinissimi stretti, come pure in fase di ingresso e di uscita, secondo me non è assolutamente opportuna”.