Home Attualità Covid-19, flessione contagi: dato reale o segno che abbiamo perso il conto?

Covid-19, flessione contagi: dato reale o segno che abbiamo perso il conto?

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Sul sito dell’Ansa, si presta attenzione a uno studio che lavora sul numero effettivo dei contagi a partire dall’analisi della mobilità.

In sostanza il calo della progressione dei contagi negli ultimi giorni è segno di una reale flessione dei contagi o semplicemnte indice del fatto che abbiamo perso il conto? Preoccupazione legittima, alla luce del fatto che invece la percentuale di nuovi positivi rispetto ai tamponi effettuati continua a seguire un trend crescente, passando dall’8% al 10% in poco tempo.

Come verificare il dato corretto? Quale interpretazione dei numeri? Come individuare il dato reale sull’andamento dei contagi?

Google Maps

Il fisico Giorgio Parisi, dell’Università Sapienza di Roma, propone di monitorare gli spostamenti rilevati da Google Maps.

Infatti, se come da tentativo del nuovo Dpcm (annunciato in un precedente articolo) gli spostamenti da una regione all’altra e quelli interni a ogni regione, legate ai tragitti casa-scuola o casa-lavoro dovessero rallentare (secondo il dato di Google maps), allora sarebbe legittimo pensare che i contagi stiano realmente crescendo a un ritmo più controllato e meno esponenziale. Insomma significherebbe che i tentativi del nuovo Dpcm stanno effettivamente andando in porto.

La lieve flessione del ritmo dei contagi di questi giorni, insomma, sarebbe reale e non il frutto di un mancato tracciamento.

I dati della mobilità 

Secondo quanto ci indica Google Maps, fino all’inizio di ottobre le presenze sui mezzi pubblici sono state del 90% e si sono ridotte al 71% a fine ottobre, contro il 22% dell’aprile scorso. Gli spostamenti dovuti al lavoro, pari al 75% in settembre, e all’85% a inizio ottobre, sono scesi al 75% a fine mese (38% in aprile); gli spostamenti per raggiungere ristoranti, bar e shopping center si sono ridotti dal 100% di settembre al 90% all’attuale 80% (14% in aprile). “Quelle che emergono da queste analisi sono solo delle indicazioni”, ha detto Parisi, ma dati utili perché “ridurre la mobilità è un segnale preciso di quanto stiano funzionando le misure di contenimento”.

Da questo punto di vista, la scelta di indirizzare le scuole secondarie di secondo grado alla DaD per alleggerire i mezzi e ridurre gli spostamenti potrebbe essere stata la decisione giusta. In controtendenza invece la scelta di non stoppare il concorso scuola straordinario. Ne parla nella diretta Facebook di Tecnica della scuola Live del 2 novembre anche il nostro direttore Alessandro Giuliani.