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Educazione motoria dalla prima classe della primaria con docenti specializzati: in Emilia Romagna prove generali

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In alcuni territori quest’anno l’educazione motoria alla primaria potrebbe non limitarsi alle quinte classi: in Emilia-Romagna, ad esempio, la Regione il 9 settembre ha organizzato una conferenza stampa sull’avvio del nuovo anno scolastico annunciando l’intenzione di fare svolge attività fisica aggiuntiva a quella ordinaria (svolta con il maestro curricolare non specializzato) già dalle prime classi della primaria.

Bonaccini: stiamo lavorando

Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha detto che “tra poche settimane saranno presentati i dettagli dell’iniziativa. Stiamo lavorando con Sport e Salute a livello nazionale, perché non solo le quinte elementari, ma dalla prima alla quinta, si faccia attività fisica, motoria, avviamento alla pratica sportiva”

L’attività motoria non sarà quindi proprio quella introdotta quest’anno attraverso l’ultima Legge di Bilancio, con le lezioni affidati a docenti specializzati inglobati negli organici delle scuole anche se con l’aggravio non indifferente di doversi recare ogni settimana anche in 15 plessi scolastici.

Niente spese per i genitori degli alunni

Di sicuro, però, l’iniziativa è lodevole: prima di tutto perché non prevede aggravi di spesa per le famiglie (che invece oggi quasi sempre si devono fare carico di sostenere i costi dei progetti di pratica sportiva, laddove avviati). E poi perché andrebbe a cancellare antipatiche differenziazioni tra alunni fortunati (che svolgono l’attività fisica) ed alunni sfortunati (privati dell’educazione motoria aggiuntiva).

“Io mi prendo questo impegno – ha sottolineato Bonaccini – ci sarà un esborso anche da parte della Regione, perché crediamo che corretti sani stili di vita e la relazione sociale siano molto importanti soprattutto a quell’età”.

In Emilia, comunque, non si avrà un docente per tutte le classi, ma si realizzeranno progetti sportivi da inserire nell’offerta formativa

“La classe quinta della primaria come sappiamo verrà coperta da personale statale – ha spiegato l’assessora regionale alla Scuola Paola Salomoni – noi quello che stiamo facendo è ragionare con Sport e Salute, che ha programmi di inserimento dello sport nelle scuole, e fornire un catalogo all’interno del quale le autonomie potranno scegliere quali attività sportive fare nelle classi, con il sostegno economico in parte di Sport e Salute e in parte della Regione”.

Emilia Romagna apripista?

Alla conferenza stampa c’era anche il sottosegretario alla presidenza Davide Baruffi, che ha accennato alla possibilità che il modello emiliano possa allargarsi: “Sullo sport nelle scuole stiamo cercando di fare un passo in avanti – ha detto – e stiamo predisponendo un progetto sperimentale nazionale”, quindi quello “dell’Emilia Romagna può essere apripista”.

La precisazione del sottosegretario non appare scontata: vuole far comprendere che il progetto emiliano sull’educazione motoria dai sei anni in su non implica percorsi regionali o federalisti, ma intende tradursi in una sorta di sperimentazione, che se attuato in modo positivo potrebbe allargarsi in altri territori. Sempre ricordando che tra un anno l’attività motoria con docente statale specializzato, oggi assicurata solo alle quinte classi, si allargherà anche alle classi quarte.

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