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Motoria alla primaria, poveri maestri: lavoreranno su 6 scuole, alcuni pure su 15 plessi anche distanti. Molti rinunceranno

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I docenti non amano insegnare su più scuole. Già due o tre istituti sono considerati, a ragione, un aggravio di lavoro e di spostamenti (anche nella stessa giornata) non indifferente. Se poi le scuole assegnate da raggiungere ogni settimana sono addirittura sei, allora c’è da preoccuparsi. Purtroppo, però, è questo il destino di diverse centinaia di maestri di educazione motoria: per quasi tutti coloro che accetteranno la supplenza annuale, in attesa del concorso previsto per 4.500 posti dall’ultima Legge di Bilancio, è previsto un bassissimo numero di ore in ogni istituto. E quindi l’accettazione di quella che in gergo sindacale si chiama una cattedra “Coe”.

Il “prezzo” da pagare per lo stipendio intero

In media, a questi insegnanti verranno assegnati non più di un paio di classi a scuola: questo, poiché la norma prevede che l’insegnamento dell’attività motoria, affidato per la prima volta al docente specializzato, è limitato alle classi quinte (il prossimo anno anche alle quarte).

E ciò comporterà, inevitabilmente, un rilevante pendolarismo”, ha sottolineato Tuttoscuola, visto che i supplenti di motoria alla primaria dovranno dividersi ognuno tra scuole diverse. In media, saranno sei gli istituti che un supplente dovrà raggiungere per arrivare alla cattedra piena e allo stipendio intero.

La stima sulle scuole da raggiungere

Il problema, ha calcolato la rivista, è che stiamo parlando di 14.802 plessi scolastici della primaria, quindi più del doppio delle 7.235 delle scuole secondarie di primo grado.

E nella primaria oltre alle 3.653 pluriclassi (quasi tutte con qualche alunno di quinta), sono numerosissimi i plessi con un solo corso (5.031) e, quindi, con una sola classe quinta interessata a questa miniriforma.

Mentre sono 4.046 i plessi con due classi quinte, 1.759 quelli con tre classi quinte, 806 con quattro classi quinte, 275 con cinque classi quinte. Pochi i plessi con un numero superiore di classi quinte.

Solo la scuola primaria “Marconi” di Afragola, in provincia di Napoli, avendo 11 classi quinte, potrà avere un docente di motoria tutto per sé per la cattedra piena di 22 ore.

L’aggravio della distanza tra i plessi

Stando così le cose, ne consegue che la maggior parte di docenti di educazione motoria dovrà svolgere il suo lavoro nelle quinte classi di diverse scuole, spesso anche distanti tra loro, soprattutto quando si tratta di istituti collocati nelle province.

In media, hanno ancora calcolato gli esperti di Tuttoscuola, vi sono teoricamente sei scuole per ogni docente di educazione motoria: le province con il numero medio più elevato di scuole per ogni docente sono quelle di Verbano-Cusio-Ossola con in media 15 scuole per docente, seguita da Isernia (12,7), Vibo Valentia (11,7), Asti (11,3), Belluno (10,9), Rieti (10,5), Imperia (10,1), Oristano (10).

Il carico di lavoro potrebbe essere insostenibile: molti supplenti, conclude Tuttoscuola, potrebbero desistere oppure accettare spezzoni di cattedra. In attesa del concorso e dell’anno prossimo, quando le ore in ogni scuola raddoppieranno.

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