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Educazione motoria in quarta e quinta primaria, al M5s non basta: è una riforma a metà. Rischio tutti o nessuno?

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C’è una “crepa” importante nella norma della Legge di Bilancio voluta dal Governo che introduce per la prima volta l’educazione motoria nella scuola primaria in orario curricolare e affidata a docenti specializzati: il testo sinora approvato, che apre anche all’assunzione di decine di migliaia di docenti laureati in scienze motorie, prevede due ore aggiuntive nelle classi a tempo pieno ed in compresenza nelle altre. Ma in base all’articolo 103 della manovra si ferma all’introduzione dell’attività fisica settimanale “per la classe quinta a partire dall’anno scolastico 2022/2023 e per la classe quarta a partire dall’anno scolastico 2023/2024”. E le altre classi? Nulla. Un “particolare” finora non affrontato dai tanti politici che hanno invece esaltato la novità, a partire dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e dalla sottosegretaria alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport Valentina Vezzali, fino all’ex ministro leghista Marco Bussetti con un passato da insegnante proprio di educazione fisica.

La grillina Villani cita gli standard europei

A far presente la limitatezza del provvedimento, a distanza di oltre un mese e mezzo dall’approvazione della prima bozza della Legge di Bilancio, è ora il Movimento 5 stelle. In particolare, la deputata grillina Virginia Villani, che è anche dirigente scolastica, ha fatto sapere che il suo partito ha presentato un emendamento alla manovra di bilancio proprio per estendere l’insegnamento dell’attività motoria in tutte le classi della primaria e non solo in quelle dell’ultimo biennio.

Altrimenti, dice Villani, che è anche in Commissione Cultura, “rischiamo di portare avanti una riforma a metà che non soddisfa le esigenze dei nostri alunni, tantomeno gli standard europei in materia di sport a scuola”, che non lasciano oltre la metà degli alunni di un ciclo senza una disciplina così importante.

Una riforma “zoppa”

Il M5s ha presentato un emendamento sottoscritto dalla capogruppo della commissione cultura al Senato per chiedere che l’insegnamento della disciplina parta dalle quinte classi in tutte le scuole italiane e che sia organizzata in modo tale da non lasciare fuori nessuna classe.

“Altrimenti rischiamo di dare vita ad un provvedimento che di fatto non cambia il vero assetto dell’educazione motoria nella scuola”, ha detto ancora l’on. Villani.

E siccome non ci sono risorse…

E quel “servono maggiori risorse” è un elemento che, di fatto, rende impossibile l’attuazione dell’emendamento pentastellato, visto che vi sono appena 600 milioni per tutte le esigenze di miglioramento dell’intero testo che compone l’ex Finanziaria.

Considerando il notevole peso del M5s in Parlamento, non è nemmeno da escludere tutto l’impianto normativo, quello che prevede l’attività fisica settimanale nelle sole classi quarte e quinte della primaria, possa a questo punto addirittura essere stralciato.

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