Home Personale Giannini, su merito e premialità nessun passo indietro

Giannini, su merito e premialità nessun passo indietro

CONDIVIDI

Su merito e premialità nessun passo indietro: la strada sembra ormai tracciata. Il 28 febbraio, durante la trasmissione radiofonica Baobab, ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha confermato che è “d’obbligo che la figura dell’insegnante sia riqualificata”. E per farlo, “gli strumenti sono quelli che già si usano in altri paesi e cioè la valutazione del lavoro degli insegnanti e la premialita’ in base a funzioni assegnate, facendo corrispondere alla valutazione del lavoro ordinario una premialità economica. I nostri stipendi purtroppo sono incomparabili a quelli europei”.
A proposito della riduzione di un anno della durata delle scuole superiori, il ministro ha osservato che “è indice di serietà e di rigore prima studiare i temi e poi trovare soluzioni”, anche se “i principi si possono enunciare”.

Su questo tema è intervenuto, nella stessa giornata, anche l’Anief. Che ha stroncato la proposta del diploma di maturità a 18 anni anziché 19. “L’alto tasso di abbandono scolastico che permane nel nostro Paese – ha detto Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – è la dimostrazione che diminuendo il tempo scuola non si migliora affatto la formazione scolastica. Se il Governo vuole veramente puntare sul rilancio della scuola e ridurre la disoccupazione, che ha raggiunto il 12,9% con un milione di posti persi dal 2008, porti l’obbligo formativo da 16 a 18 anni. E investa finalmente sull’alternanza scuola-lavoro: su stage e tirocini occorre una seria riforma, in modo da costituire dei poli formativi alternativi ai licei”.

“È avvilente pensare – ha continuato Pacifico – che invece di puntare su questi investimenti, si continui a pensare di ridurre di un anno il percorso della scuola superiore: si tratta di un’operazione anti-pedagogica che non farebbe altro che incrementare la dispersione scolastica. Il tutto per agevolare, è inutile negarlo, il cinico piano ministeriale di soppressione di 40mila cattedre e 50mila posti complessivi: un’operazione che già il Governo Monti aveva quantificato in un risparmio nazionale pari a 1.380 milioni di euro. Producendo su larga scala – ha concluso il sindacalista Anief-Confedir – quella contestazione che in questi giorni stanno conducendo i docenti di Filosofia, ma anche di Latino e Greco, a cui si vorrebbero già sottrarre le ore di insegnamento”.