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Governo Meloni, il PD chiede soldi per la scuola in legge di bilancio e protesta perché nelle Marche vengono tolti due distacchi negli Istituti storici della Resistenza

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“Nella legge di bilancio chiederemo soldi e investimenti strutturali sulla scuola, sugli stipendi degli insegnanti ma anche per il tempo pieno nelle scuole al Sud come al Nord. E l’unico strumento che abbiamo per offrire occasioni reali di riscatto a chi rischia di restare indietro. La scuola è la chiave del futuro del Paese”: lo ha detto a Sky TG 24 la senatrice del Pd Valeria Valente che non si è fatta sfuggire l’occasione di dire la sua anche sulla questione del titolo che intende usare Giorgia Meloni (il presidente e non la presidente): “Leggo con preoccupazione questa scelta, rappresenta una posizione culturale di retroguardia, per me sbagliata. Non è necessario declinare al maschile un titolo per esprimere autorevolezza. Usare il femminile, sarebbe un segnale per tutte e rappresenterebbe un vero cambio di passo”.

L’intervento della senatrice Valente è solo uno dei segnali che arrivano dal Partito democratico che sembra intenzionato a sfruttare ogni possibile spazio per fare opposizione al Governo.

Irene Manzi, deputata PD e responsabile scuola del suo partito, ha già annunciato una iniziativa relativa a ciò che sta accadendo nella sua regione, le Marche.
“Come primo atto da parlamentare – ha detto – depositerò un’interrogazione al ministero dell’Istruzione per sapere quali iniziative intenda adottare per arginare il progressivo e preoccupante depauperamento delle risorse professionali, messo in atto dall’Ufficio scolastico regionale Marche, in relazione all’attività svolta dagli Istituti storici marchigiani della Resistenza e dell’Età Contemporanea”.

L’USR Marche, infatti, non avrebbe ancora confermato i distacchi di due docenti presso gli istituti storici della Resistenza della regione.
“Si tratta di figure numericamente esigue, ma di fondamentale importanza per costruire la relazione didattica tra le scuole e il territorio” denuncia Manzi che aggiunge: “Solo nelle Marche si registra questa situazione che, di fatto, nega la possibilità di utilizzare in maniera continuativa e organica il personale docente di ruolo, come era avvenuto negli anni precedenti e come accade in tutte le altre regioni italiane”.