Home Precari Graduatorie d’istituto, Azzolina e M5S vogliono aprirle ma non le “classiche”: emendamento...

Graduatorie d’istituto, Azzolina e M5S vogliono aprirle ma non le “classiche”: emendamento al DL 22 in Senato

CONDIVIDI

L’aggiornamento delle graduatorie d’istituto è uno dei punti del Decreto Scuola n. 22 che ha alte possibilità di avere una nuova configurazione: già in questi giorni, la VII commissione del Senato potrebbe infatti provvedere a metterci mano. Su come si modificherà la prima stesura del testo, che prevedeva lo slittamento delle graduatorie d’istituto al 2021, con tanto di scuse della ministra dell’Istruzione verso i precari, perché quest’anno non si riescono “a portare avanti un milione di moduli cartacei, ci riaggiorneremo il prossimo anno”.

“La provincializzazione delle graduatorie”

Qualche giorno fa, sempre Lucia Azzolina ha riacceso le speranze di centinaia di migliaia di precari interessati ad integrare il punteggio, a cambiare istituti o inserirsi per la prima volta: la ministra ha dato il via libera, se il Parlamento lo vorrà, alla “provincializzazione delle graduatorie, digitalizzando il sistema”.

Quello che intende la titolare del MI è “organizzare su base provinciale le graduatorie e di gestirle attraverso i nostri uffici territoriali, sgravando le scuole. Lo avevamo inserito nel decreto scuola dello scorso dicembre, lì c’è la norma. Ma per attuare il regolamento, come ho spiegato in altre occasioni, serve una procedura molto lunga “. Quindi la “palla” passa ora nelle mani del Parlamento.

Cosa si vuole aprire?

Quindi, le graduatorie che la ministra dell’Istruzione, con il M5S, vuole andare ad aprire prima dell’estate non sono quelle d’istituto, ma quelle provinciali.

Si tratta, ha spiegato La Tecnica della Scuola, di una nuova versione del “comma 6 bis dell’art.4 della legge 124/99, con il quale si dovrebbero prevedere “specifiche graduatorie provinciali distinte per posto e classe di concorso, formate prima dai docenti abilitati che non sono inseriti in GAE e poi da chi ha un titolo di laurea idoneo all’inserimento nella terza fascia e, in caso di nuovo inserimento, anche il possesso dei 24 CFU nei settori antropo-psico-pedagogici e nelle metodologie e tecnologie didattiche”.

Il M5S: soluzione per i precari

Secondo Gianluca Vacca, capogruppo del M5S in commissione Cultura a palazzo Madama, la richiesta arriverebbe proprio dai “precari: noi li ascoltiamo e costruiamo soluzioni per loro e per i giovani neolaureati, che potranno entrare in graduatoria con la modifica che intendiamo apportare al decreto Scuola, ora all’esame del Senato e poi in arrivo alla Camera”.

Una linea ribadita dalla senatrice Luisa Angrisani (sempre del Movimento 5 Stelle), che è anche relatrice in commissione Istruzione del DL 22 sulla scuola: “il ministero – ha detto alla Tecnica della Scuola – sta elaborando una modalità attuativa per affidare agli uffici territoriali competenti l’elaborazione dei dati. Non possiamo lasciare nessuno indietro e soprattutto non possiamo lasciare la gestione all’arbitrarietà dei MAD privando persone di occasioni di lavoro”.

Pittoni (Lega): i precari stanno con noi

Non la pensa così Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura al Senato e responsabile Istruzione della Lega.

“Per giorni – ha detto il senatore leghista – i Cinque Stelle hanno ignorato la nostra proposta di far slittare la provincializzazione delle graduatorie di Istituto al prossimo triennio, così da consentire l’aggiornamento e i nuovi inserimenti con le vecchie regole. Ora si svegliano, non per approfondire l’idea, pur largamente condivisa tra gli addetti ai lavori in quanto assolutamente praticabile e di buonsenso, bensì per attaccare la Lega senza per altro entrare nel merito”.

“Persino il ministro Azzolina ammette palesi difficoltà sull’attuazione della controproposta del suo stesso partito: una norma per accelerare la provincializzazione interessando all’aggiornamento le nuove graduatorie. Perché allora rifiutare la nostra proposta, senza neppure approfondirla? Solo perché è dalla Lega?”, ha concluso polemicamente Pittoni.

Cosa può ora accadere

Gli emendamenti contrapposti saranno ora all’esame di quella commissione Cultura di cui il leghista è presidente: certamente Mario Pittoni poco potrà se i senatori della maggioranza dovessero in blocco schierarsi con il M5S, ma se qualche senatore filo-esecutivo sposasse la sua linea, che è quella di puntare sulle GI tradizionali, quelle indicate dalla maggior parte dei precari, potrebbe venirsi a creare un problema serio. Perché poi il Governo sarà a breve chiamato a votare la fiducia sul rinnovato Decreto Legge sulla Scuola.

Qualche giorno fa, la viceministra Anna Ascani (Pd) ha detto di essere “convinta che, con i doverosi investimenti in termini di risorse e di impegno, si debba lavorare per riaprire le graduatorie di istituto”: visto come stanno le cose, farebbe meglio a specificare a quali graduatorie si riferiva.