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I medici di base tornano a scuola: 70 corsi per scongiurare l’epatite B

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L’epatite B è una malattia troppo spesso sottovalutata che può determinare pesanti conseguenze per l’integrità fisica: è una allarme piuttosto serio quello che arriva dal 25esimo congresso annuale della Società italiana di medicina generale (Simg), svolto a Firenze. Si tratta di una vera e propria epidemia silenziosa con sintomi iniziali spesso piuttosto blandi ma con conseguenze cliniche che possono essere molto gravi: su 100 pazienti infettati in età infantile, 10 andranno incontro dopo i 50 anni a tumore del fegato o cirrosi.
“Le ragioni sono molteplici – spiega Alessandro Rossi, responsabile dell`area infettivologica della Simg -: in primo luogo, si è attribuita alla strategia vaccinale in atto in Italia dal 1991 un`efficacia maggiore di quella effettiva. Ma soprattutto vanno considerati i flussi migratori, che hanno rafforzato la presenza del virus nel nostro Paese. Il nostro primo compito quindi è fungere da sentinelle, per imparare a cogliere i sintomi della malattia e a porre le domande giuste alle persone potenzialmente a rischio”.
Complici le sempre maggiori consistenze di flussi migratori, la prevenzione e la gestione dell’epatite di tipo B necessitano quindi di un serrato quadro informativo. Per questo la stessa Società italiana di medicina generale ha deciso di avviare, a partire dal gennaio 2009, 70 corsi specifici su tutto il territorio nazionale: i corsi saranno rivolti proprio a quei medici di famiglia che a volte non affrontano con le dovute cautele i subdoli sintomi della malattia riconducibile all’epatite di tipo B. Oggi in Italia ne sono affette circa 700 mila persone; ma quel che può preoccupa è che si registra ormai una nuova area di vulnerabilità che riguarda gli immigrati provenienti da zone in cui la prevalenza della malattia è molto più elevata.