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I presidi scrivono a Draghi: “Impossibile garantire le misure previste per il rientro a scuola”

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Il Governo tira dritto per la sua strada e domani, 10 gennaio, la scuola riparte in quasi tutta Italia, seppure le preoccupazioni per l’aggravarsi dei contagi da Covid sono tante, largamente espresse da sindaci, governatori, dirigenti scolastici. Nonostante ciò il ministro Patrizio Bianchi conferma: “Nessun ripensamento, si torna in presenza”. 

A lui si unisce il Commissario straordinario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo: “Il ritorno a scuola è importante ed è sicuro con le mascherine e il distanziamento. E’ importantissimo anche dal punto di vista sociale. E’ ovvio che noi ci siamo attivati per il testing. Quando un alunno delle scuole secondarie di primo e secondo grado entra in contatto con un positivo, la famiglia chiama il medico o il pediatra che fa una prescrizione e con questa l’alunno può andare in farmacia o nelle strutture convenzionate e gratuitamente può fare un tampone”.

Dunque, per il Governo nessuna deroga al rientro del 10 prossimo e a tale scopo ha predisposto un piano che prevede lo stanziamento di 92 milioni di euro per rafforzare le attività di screening e consentire alla popolazione scolastica in autosorveglianza (anziché la quarantena, il controllo sull’eventuale sviluppo di sintomi) di effettuare test gratuiti. Secondo il decreto approvato prima di Natale, saranno squadre di medici e infermieri dell’esercito a potenziare il ricorso ai tamponi nelle scuole ed è prevista inoltre la distribuzione di mascherine Ffp2 al personale.

Ma i dirigenti scolastici non ci stanno e dicono: “Impossibile garantire le misure previste”. 

L’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (Andis) ha inviato infatti in queste ore al governo Draghi una lettera nella quale scrivono:

Il Governo e il ministero dell’Istruzione hanno il dovere di mettere in campo il massimo sforzo con azioni di affiancamento alle scuole perché diversamente il sistema scolastico non riuscirà a gestire la prevista diffusione del contagio nella fascia di età scolare”. 

Preso atto che il monitoraggio settimanale pubblicato ieri da I.S.S./Min. Salute documenta un ulteriore aggravamento della curva pandemica, con il raddoppio dell’indice di trasmissibilità RT e con un consistente aumento del tasso di occupazione delle terapie intensive; che si preannuncia per i prossimi giorni il passaggio di ben 10 regioni/province autonome nella fascia ad alto rischio; che il Comitato Tecnico Scientifico non si è espresso né ha pubblicato proiezioni circa un possibile incremento del contagio in conseguenza della riapertura delle scuole dopo le festività natalizie; che le Aziende sanitarie hanno dimostrato nelle ultime settimane di essere in affanno nell’assolvere i compiti di testing e di contact tracing dei contagi nelle scuole; che le famiglie degli alunni in autosorveglianza o in quarantena manifestano oggettive difficoltà ad acquisire le certificazioni necessarie per il rientro a scuola dei figli, l’Andis chiede al Governo di considerare che ad oggi non ci sono tutte le condizioni per rendere operative in tutto il territorio nazionale le misure previste dal D.L. n.1/2022″.

Molte Regioni di fatto non sono più in condizione di garantire il testing e il tracciamento dei contagi; non sono state implementate nuove e più efficaci iniziative per incentivare la vaccinazione dei bambini in età 5-11 anni; le istituzioni scolastiche non sono in condizione di riorganizzare tout court il servizio scolastico (verifica positività – riorganizzazione del tempo scuola – gestione del servizio mensa – sostituzione personale assente a vario titolo, attivazione DAD, ecc.) dal momento che non conoscono in tempo reale i dati relativi a contagi/contatti/vaccinazioni del personale e degli studenti; non è stata avviata la fornitura alle scuole di mascherine FFp2, per i quantitativi che si renderanno necessari lunedì 10 gennaio”