Home Politica scolastica Il dimensionamento scolastico provoca mobilità forzosa e illegittima

Il dimensionamento scolastico provoca mobilità forzosa e illegittima

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Il tentativo di pianificare un dimensionamento scolastico che livelli gli istituti scolastici ad avere un massimo di 1500 iscritti è un atto di dubbia costituzionalità.

Infatti ridimensionare una scuola, limitandone il numero degli iscritti, è un atto che lede il diritto allo studio impedendo allo studente e alla sua famiglia di fare una scelta basata sul piano dell’offerta formativa di una scuola piuttosto che di un’altra. L’art.34 della Costituzione precisa, in modo inequivocabile che: “La scuola è aperta a tutti”, quindi appare evidente che limitare tecnicamente le iscrizioni di una scuola, con lo scopo di dimensionarla nei numeri, è una barriera sociale e una limitazione della libertà di scelta, che lede profondamente l’art.34 della Costituzione.

Inoltre il dimensionamento scolastico provoca una mobilità forzosa dei docenti e del personale che oggi sono titolari nella scuola oggetto di dimensionamento, aprendo così ai docenti le porte della titolarità di ambito. Non dobbiamo dimenticare che con la legge 107/2015, ai sensi dell’art.1 comma 73, il personale docente in esubero o soprannumerario nell’anno scolastico 2016/2017 è assegnato agli ambiti territoriali. Dall’anno scolastico 2016/2017 la mobilità territoriale e professionale del personale docente opera tra gli ambiti territoriali. Questo piano, si suppone pluriennale, di riduzione degli iscritti di una scuola a vantaggio di altre scuole condannerebbe i docenti perdenti posto a causa del dimensionamento alla perdita della titolarità nella scuola e all’esilio sul primo ambito territoriale in cui ci sono posti disponibili a partire da quello in cui è ubicata la scuola di attuale titolarità.

In buona sostanza il dimensionamento scolastico contrasta con l’art.34 della Costituzione, perché impedisce ad un alunno di iscriversi ad una precisa scuola e impedisce anche la libera scelta di aderire ad un piano dell’offerta formativa piuttosto che un’altra, è illegittimo, perché determina e pilota la perdita della titolarità su scuola dei docenti, mobilitandoli d’ufficio sugli ambiti territoriali e sottoponendoli alla chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici di altre scuole dell’ambito.

Infine il dimensionamento contrasta il principio dell’autonomia scolastica, depotenziando chi ha lavorato per una scuola inclusiva e accogliente e avvantaggiando chi invece non è stato in grado di progettare un’offerta formativa convincente.

Tuttavia il dimensionamento è una scelta politica non cogente, che deve tenere conto dei principi della Costituzione e anche dei diritti degli studenti, delle famiglie e non ultimo anche dei lavoratori, ma soprattutto non deve essere fatto per motivi ragionieristici e di spicciola contabilità.