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Impianti di riscaldamento: quali requisiti di sicurezza

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Un nostro recente articolo (“Studenti in ospedale per fuga di monossido“) ha fatto molto discutere e ha sollevato dubbi e richieste di spiegazioni.
Con questo articolo  cerchiamo quindi di approfondire tutte le problematiche tecniche riguardanti le caldaie ad iniziare dai requisiti minimi di sicurezza cui devono rispondere gli impianti di riscaldamento, alla normativa vigente, ai motivi per cui si verifica la presenza di monossido di carbonio in ambienti chiusi e alle conseguenze di tale presenza.

Caldaie in sicurezza

La legislazione vigente, valida anche negli edifici scolastici, fissa a quattro i requisiti minimi di sicurezza cui devono rispondere gli impianti di riscaldamento:
1) idoneità della ventilazione e della aerazione degli ambienti
2) efficienza dello smaltimento dei prodotti della combustione
3) tenuta dei condotti del gas di alimentazione
4) funzionalità dei dispositivi di controllo della fiamma.

Per ventilazione s’intende l’afflusso nel locale di aria che serve per apportare l’ossigeno necessario alla combustione del gas. Se è insufficiente, la combustione può essere compromessa e se subentra una scarsa efficienza del tiraggio del camino, il monossido di carbonio che eventualmente si forma si riverserà nell’ambiente; questo comporta un elevato rischio di intossicazione anche mortale per gli occupanti. Per questo e per altri motivi rilevabili da tecnici abilitati è importante che sia fatta la manutenzione annuale obbligatoria, con la compilazione, alla fine della verifica, del libretto d’impianto da parte del tecnico incaricato.
Per garantire la ventilazione nel locale dove è installato un qualsiasi apparecchio, deve essere presente un’apertura permanente, preferibilmente nella parte bassa della parete esterna o della porta finestra. Il minimo di sezione netta è, comunque, 100 cm (un diametro circa di 11,3 cm). La ventilazione e l’aerazione diretta possono essere così definite:

  • L’aerazione diretta può essere realizzata anche mediante condotti singoli o collettivi, facenti parte di un sistema integrato e progettato di ventilazione naturale per soddisfare sia le esigenze di aerazione sia per il ricambio d’aria degli ambienti. Nel caso di sistema di ricambio dell’aria controllato mediante dispositivi meccanici, una avaria dell’organo di estrazione e/o immissione dell’aria, non deve impedire la corretta aerazione nei locali di installazione, ai fini della sicurezza degli impianti alimentati con combustibile gassoso.
  • La ventilazione diretta può essere realizzata anche mediante condotti singoli, collettivi o attraverso sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC) a semplice o doppio flusso.

L’accertamento dell’efficienza del sistema di scarico viene verificato durante gli interventi di manutenzione periodica o alla messa in servizio di un nuovo apparecchio in sostituzione del precedente. La prova dell’efficienza della caldaia è biennale, deve essere effettuata da un tecnico abilitato e si basa su una procedura che prevede l’accertamento, attraverso strumenti appositi, del tiraggio dei fumi, nelle condizioni più severe possibili di funzionamento. Alla fine della verifica il tecnico deve rilasciare all’utente un certificato contenente l’esito della verifica stessa.

La normativa vigente

L’attenzione verso l’ergonomia degli ambienti scolastici deve essere necessariamente alta, per consentire una confortevole permanenza degli spazi. Oltre che evitare l’insorgenza di disturbi legati al freddo invernale o al caldo in eccesso. A tal riguardo, secondo quanto stabilito dal D.P.R. 74/2013, l’esercizio, la conduzione, il controllo, la manutenzione dell’impianto termico e il rispetto delle disposizioni di legge in materia di efficienza energetica sono affidati al responsabile dell’impianto, che può delegarle ad un terzo.
Il terzo responsabile o il responsabile dovranno assicurarsi di rispettare quanto stabilito in termini di legge per la periodicità dei controlli sull’efficienza degli impianti termici. Dal 1991, tutte le caldaie prodotte devono possedere un dispositivo automatico di controllo dei fumi emessi. Questo dispositivo, di costo contenuto, è spesso facilmente installabile, anche su una caldaia prodotta prima del termine indicato, da parte di personale tecnico autorizzato dal costruttore.

Il monossido di carbonio

Se le caldaie non hanno ricevuto una adeguata manutenzione sussiste il rischio da monossido di carbonio. Il monossido di carbonio (CO) è un gas incolore, inodore, insapore e non irritante. Si produce quando si brucia legna, carbone, gas metano, benzina, gasolio e in assenza di ossigeno e può raggiungere concentrazioni tali da provocare anche la morte degli individui. L’assenza di caratteristiche specifiche lo rende quindi un pericoloso e silenzioso killer. Gli impianti più pericolosi sono gli scaldabagni a fiamma libera nei servizi igienici, le caldaie a gas poste in locali piccoli e con scarsa ventilazione, le canne fumarie o i canali da fumo con scarso tiraggio e gli impianti difettosi, mal funzionanti o non correttamente installati. Il monossido di carbonio è letale a causa della emoglobina. Infatti, l’emoglobina, contenuta nei globuli rossi, è una molecola che lega l’ossigeno. I globuli rossi, quindi, in condizioni normali, trasportano emoglobina ricca di ossigeno e permettono a quest’ultimo di arrivare a tutti i tessuti. Il monossido di carbonio presenta un’affinità per l’emoglobina 200-300 volte maggiore rispetto all’ossigeno. Quando c’è in circolazione il CO, questo si lega all’emoglobina (sostituendo l’ossigeno) ed ai tessuti non arriva più ossigeno. Le conseguenze più gravi sono a carico dei principali organi (cervello, cuore, etc..)