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Istruzione e formazione professionale, uno dei 5 pilastri del Piano Mattei per l’Africa

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Ha avuto grande rilevanza mediatica il Vertice Italia-Africa aperto il 29 gennaio col discorso della presidente Meloni. “Istruzione e formazione” tra i cinque pilastri del Piano Mattei.

Si tratta del primo appuntamento internazionale dall’avvio della presidenza italiana del G7, e il governo ha voluto elevare a rango di “Vertice” di Capi di Stato e di Governo la precedente Conferenza che si svolgeva a livello ministeriale. Oltre a molte autorità del continente africano, erano presenti i vertici della Ue Roberta Metsola, (Parlamento Europeo), Charles Michel (Consiglio Europeo), Ursula von der Leyen (Commissione).

Meloni ha spiegato che il Piano è pensato come una piattaforma programmatica aperta alla condivisione e alla collaborazione con le Nazioni africane, sia nella fase di definizione sia in quella di attuazione dei singoli progetti. Ha un po’ stupito che fra le cinque priorità di intervento abbia cominciato proprio con “Istruzione e formazione”.

Quali sono i progetti pilota sui quali stiamo lavorando? Io mi limiterò a citarne alcuni – ha detto la Presidente – suddivisi nelle varie aree di intervento, perché sarebbe impossibile descriverli uno ad uno. Parto dal pilastro istruzione e formazione professionale, che è decisivo perché qualsiasi investimento, per portare ricchezza, ha bisogno di generare lavoro, e quel lavoro necessita di una adeguata istruzione e di una adeguata formazione. Per costruire ponti, ferrovie, impianti fotovoltaici, strade, scuole, ospedali, occorrono competenze e occorre la formazione ai fini di quella competenza. Penso ad esempio al Marocco, dove puntiamo a realizzare un grande centro di eccellenza per la formazione professionale sul tema delle energie rinnovabili. Ma abbiamo anche in programma di rafforzare i legami tra il sistema scolastico italiano e quelli delle Nazioni africane. Penso alla riqualificazione infrastrutturale delle scuole, come faremo già nel 2024 in Tunisia, alla formazione e all’aggiornamento dei docenti e agli scambi di studenti e insegnanti tra le nostre Nazioni”.

Gli altri “pilastri” sono salute, agricoltura, acqua ed energia. Il Piano Mattei può contare su una dotazione iniziale di 5,5 miliardi di euro, dei quali circa 3 miliardi verranno destinati dal Fondo italiano per il clima, e circa due miliardi e mezzo dalle risorse della cooperazione allo sviluppo.

Valditara: collaborazione per formare tecnici qualificati

Dopo il discorso di apertura si sono aperte cinque sessioni di lavoro. A parlare di “Formazione professionale e cultura” sono intervenuti il ministro dell’Istruzione e del merito, Valditara, il ministro dell’Università e della Ricerca, Bernini, e il ministro della Cultura, Sangiuliano.

Secondo Valditara, “La decisione di costituire questo tavolo testimonia l’importanza che l’Italia attribuisce alla formazione professionale e alla promozione culturale nell’ambito del partenariato con le Nazioni del Continente africano. Il capitale umano è strategico nello sviluppo dei Paesi e l’Italia è decisa a fare la propria parte”.
Il nostro modello di istruzione – ha detto il ministro nel suo intervento – con la riforma degli istituti tecnici e professionali e il potenziamento delle materie Stem, è di grande valore e stiamo lavorando con alcune nazioni del continente africano per sviluppare una collaborazione proprio sui temi della istruzione tecnica e professionale. L’obiettivo è formare tecnici qualificati per contribuire allo sviluppo dei territori e al supporto delle imprese italiane così come di quelle locali. Dobbiamo cogliere l’opportunità di questo Vertice per riposizionare la scuola al centro dell’Agenda mondiale e promuovere il diritto all’istruzione di tutti, nessuno escluso. Abbiamo deciso di invitare l’Unione africana, che dedica il 2024 all’Istruzione, ai lavori del G7 Istruzione”.

La ministra Bernini da parte sua ha evidenziato in particolare l’aspetto della collaborazione reciproca, in coerenza con la denominazione che quest’anno è stata data al summit Italia-Africa “Un ponte per una crescita comune”. “Le nostre università – ha dichiarato – hanno stretto ad oggi almeno 700 accordi di collaborazione con gli atenei africani. Abbiamo già creato reti molto solide sotto il profilo accademico, della ricerca e della formazione artistica. Questa è la prima direzione che vogliamo dare alla nostra cooperazione. Questa sinergia è un detonatore di pace e sicurezza, oltre che di sviluppo”.