Home Alunni L’ansia del registro elettronico, quando il controllo uccide la fiducia

L’ansia del registro elettronico, quando il controllo uccide la fiducia

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“Faceva rumore con lo zaino mentre scendeva le scale”: basterebbe questa nota per descrivere il paradosso di una scuola iperconnessa, dove la comunicazione tra famiglie e istituti rischia di trasformarsi in sorveglianza. È il cuore della riflessione su Repubblica di Annalisa Cuzzocrea, giornalista e madre, che in un suo intervento si interroga su quanto il registro elettronico stia alterando il patto educativo tra scuola, studenti e genitori.

Una volta l’attesa per il colloquio con i professori era rituale: due volte l’anno, qualche frase scambiata tra corridoi affollati, fiducia da costruire. Oggi è tutto in tempo reale. Notifiche per colloqui, voti, ritardi, persino il promemoria del cappellino per la gita. Una tracciabilità continua che, se da un lato rassicura, dall’altro soffoca. L’autonomia degli studenti viene compressa da una presenza genitoriale che non lascia spazio all’errore, né alla confidenza.

Ma può davvero la scuola essere efficace se trasformata in teatro di controllo costante? Il pedagogista Daniele Novara lo dice chiaramente: “A scuola si va per imparare, non per espiare”. Anche Ivano Dionigi, nel suo Magister, invita a ristabilire un’alleanza tra adulti e giovani, fatta di ascolto e presenza autorevole, non di microgestione. “Noi alla loro età i padri li contestavamo. Loro, con il futuro incerto, li cercano e non li trovano”, scrive l’ex rettore dell’Università di Bologna.

Il messaggio della giornalista è chiaro: i figli hanno bisogno di fidarsi e di essere lasciati andare, anche a costo di qualche inciampo. Imparare a scuola significa anche sbagliare, essere rimproverati, affrontare la frustrazione di un brutto voto senza il genitore che corre a chiedere spiegazioni. Significa maturare responsabilità. Servirebbe, allora, un cambio di rotta. Ristabilire confini. Riconoscere che la scuola è luogo di relazioni autonome. Tornare a un patto educativo dove i genitori siano alleati, non supervisori.