Home Personale Lavorare a scuola, quant’è difficile? Pittoni (Lega): ci mancavano i bidelli stranieri

Lavorare a scuola, quant’è difficile? Pittoni (Lega): ci mancavano i bidelli stranieri

Secondo Mario Pittoni (Lega Nord) lavorare a scuola sarà sempre più difficile: grazie ad una legge del Pd con cui l'Italia – dopo il pressing dell'allora ministro all'Immigrazione Cécile Kyenge – si è allineata alla normativa europea, nelle nostre scuole arrivano i bidelli stranieri

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“Anche i bidelli dovranno ora fare i conti con la concorrenza straniera”: arrivano infatti i collaboratori scolastici stranieri.

A dirlo è Mario Pittoni, responsabile federale Istruzione della Lega Nord, anticipando un decreto della ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, attraverso il quale, a detta del rappresentante leghista, a breve si “permetterà ai migranti con permesso di soggiorno di accedere alle graduatorie, scavalcando migliaia di italiani in attesa da anni”.

 

STRANIERI SENZA ESPERIENZA

Pittoni parla di decisione “irrazionale” in presenza di autoctoni, se non altro perché gli stranieri “non possono avere l’esperienza già maturata sul campo dai precari italiani”.

Sempre per l’ex senatore della Lega Nord, “a spalancare le porte agli immigrati è una legge del Pd con cui l’Italia – dopo il pressing dell’allora ministro all’Immigrazione Cécile Kyenge – si è allineata alla normativa europea, che di fatto mette i nostri lavoratori in concorrenza col mondo, innescando una serie di guerre tra poveri che non risolvono alcun problema, ma consentono di contenere i salari”.

 

RINNOVO GRADUATORIE ATA: UN MILIONE DI DOMANDE

Il Carroccio, quindi, mette in evidenza l’incompatibilità di applicazione delle norme che aprono agli stranieri, comunque in stato di regolarità, potenzialmente a discapito e in concorrenza con i precari della scuola.

A questo proposito, vale la pena ricordare che per il rinnovo e il nuovo inserimento nelle graduatorie di terza fascia del personale Ata, tra cui i collaboratori scolastici, si prevede che entro fine ottobre possano giungere nelle scuole complessivamente più di un milione di domande.

E dal 2020, potrebbero essere ancora di più a presentare la domanda: se, infatti, dovesse avere applicazione pratica il decreto del Partito Democratico, su cui ha puntato il dito Mario Pittoni, a candidarsi come precari nella scuola pubblica italiana in qualità di bidelli, ma anche come assistenti amministrativi e tecnici, ci saranno anche tanti aspiranti lavoratori non italiani.