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Le 24 ore bocciate anche dall’ex ministro Gelmini: ridurrebbero la qualità della scuola

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Anche l’ex ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini (Pdl) si schiera apertamente contro la volontà del Governo Monti di ampliare l’orario dei docenti della scuola media e superiore da 18 a 24 ore settimanali. La posizione della Gelmini, in linea con quella assunta negli ultimi giorni dal Partito della Libertà, non sembra ammettere nemmeno un provvedimento dalla portata ridotta, con l’incremento portato da 6 a 3 ore.
Il rifiuto della Gelmini, che figura anche tra i nomi presenti nella “rosa” di possibili candidati del Pdl al guida del Comune di Milano, da proporre in occasione delle prossime elezioni, sarebbe legato sia al timore di affidare ai docenti un carico eccessivo di impegni didattici, sia al timore di ridurre la qualità complessiva di un sistema scolastico che per non poche “voci” formative naviga non di certo tra le prime posizioni dell’area Ocse.  
”La proposta all’interno della Legge di Stabilità di aumentare il monte ore degli insegnanti – ha dichiarato la Gelmini all’agenzia Ansa – rischia, oltre che di penalizzare la categoria, di compromettere il funzionamento scolastico che deve mantenere alti parametri di qualità e di conseguenza chiediamo al Governo di trovare altrove le risorse, facendo leva su altri capitoli di spesa”.
Insomma, per l’esecutivo del premier Monti non sembrano esservi alternative: arrivare al voto di fiducia mantenendo in piedi questo provvedimento, giudicato impopolare ormai dal 90 per cento dei partiti che compongono il Parlamento, significherebbe infatti rischiare fortissimamente di far cadere il Governo.