Home Archivio storico 1998-2013 Precari Le parole della Gelmini indispettiscono i precari

Le parole della Gelmini indispettiscono i precari

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Se le parole pronunciata il 2 settembre dal ministro Gelmini a Palazzo Chigi, in occasione della presentazione del nuovo anno scolastico – durante la quale ha parlato di circa 800 classi di tempo pieno in più alla primaria, l’introduzione del ‘tetto’ di 50 giorni di assenza alle superiori e la nascita di 20 istituti tecnici superiori post-diploma – servivano anche a frenare i ‘moti’ di protesta dei precari per i tagli agli organici, è bene sapere che è accaduto esattamente il contrario.
Subito dopo il giudizio del responsabile del Miur nei loro confronti (“la protesta va rispettata, ma quando scopro che a protestare sono militanti, non credo che si possano alimentare certe operazioni di spettacolarizzazione e strumentalizzazione politica, anche perchè ad oggi non sappiamo ancora chi perderà il posto, chi sarà confermato e chi potrà accedere alle indennità”), i precari hanno espresso il loro disappunto: Giacomo Russo, a digiuno alimentare dal 16 agosto e qualche giorno fa ricoverato per lo stato di disidratazione, ha detto che “ancora una volta il ministro non parla di scuola, del valore dell’istruzione, della pedagogia. Noi invece intendiamo affrontare argomenti seri. Per questo stiamo preparando una mobilitazione di massa che coinvolgerà tutto il mondo della scuola”. La protesta si svolgerà l’8 settembre in piazza di Montecitorio, dove i precari daranno il “benvenuto” ai deputati alla ripresa dei lavori della Camera. Prima ancora, il 3 settembre, sempre i precari in presidio davanti Montecitorio svolgeranno una mobilitazione-lampo, chiamata flash-mob, dal titolo `Pronto Mariastella?’. L’evento è stato oggi presentato anche su Facebook: “Ci sei Mariastella? Noi vogliamo parlare con te! Dei problemi della scuola e dell’istruzione, dei bambini, dei ragazzi, dei genitori e dei precari. Vuoi sentire quel che abbiamo da dire?… “.
La tensione è probabilmente salita quando il ministro ha detto che “se si considerano precari quelli che hanno svolto anche un solo giorno di supplenza allora sono tali anche 229mila docenti, un numero altissimo dovuto a politiche sbagliate dei governi passati. Ed ora è impossibile assorbirli tutti, nessun Governo ne sarebbe in grado”. Il ministro ha tenuto anche a sottolineare che sono 25.600 le cattedre tagliate quest’anno dal governo, “ma considerando i 23mila pensionamenti i posti effettivamente non confermati si riducono a soli 2.600”. Anche se andò molto peggio lo scorso anno, quando i tagli attuati sulla base della legge 133/08 “furono 42mila, poi ridotti a 10mila a seguito di 32mila pensionamenti”. Il ministro ha anche detto che al Miur si era pensato di “rivedere il sistema delle graduatorie, ma si sarebbe avviato un contenzioso enorme che ci ha frenato dall’intervenire”.

Forti critiche sono giunte anche dall’opposizione: per il segretario del Pd “c’è gente precaria nella scuola, che dopo dieci, dodici anni viene mandata a casa. Neanche i padroni delle ferriere fanno quello che stanno facendo Gelmini e Tremonti”. Anche per Vincenzo Vita, sempre Pd, il ministro in questo modo fa “filosofia aziendalista, molto cara al suo presidente del Consiglio”. Bordate verso Gelmini anche da Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, secondo cui “la ministra deve innanzitutto avere maggiore rispetto per coloro che perdono il lavoro e sono disperati, fino al punto di mettere in gioco la propria vita. Le persone non sono numeri e la dignità di chi soffre deve essere sempre rispettata. Per queste ragioni insisto nel chiederle di ascoltare le loro richieste”.