Home I lettori ci scrivono Ministro Fedeli, il suo Mi auguro fotografa la condizione dell’istruzione

Ministro Fedeli, il suo Mi auguro fotografa la condizione dell’istruzione

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Chi lavora nella scuola sa benissimo che l’istruzione e quindi gli insegnanti, non ricevono quelle attenzioni che meritano. Quasi tutti parlano della formazione come valore strategico per il futuro. Eppure! E purtroppo ora ci si mette anche il Ministro Fedeli!

A luglio il Ministro dichiarava: “I docenti devono essere pagati molto di più…Il doppio di quanto prendono ora…Ma non bisogna fare demagogia, non è un risultato che si possa raggiungere in poco tempo. Questa però è l’obiettivo a cui si deve tendere“.

Qualche giorno fa ha rilasciato un’intervista al “Sole 24 Ore” (20 agosto) dicendo “Intanto, il contratto riguarderà il nuovo maxi-comparto Scuola-Università-Ricerca. Mi auguro che in manovra si troveranno risorse aggiuntive, per chiudere la partita entro l’anno.”

Tra le due dichiarazioni esiste una discontinuità, riguardante l’approccio al problema-contratto. Ha dichiarato M. Pacifico (Presidente Anief) “Parlando del rinnovo contrattuale la Fedeli dice di augurarsi che nella manovra si trovino risorse aggiuntive per chiudere la partita entro l’anno. E’curioso, che, dopo avere più volte preso l’impegno pubblico negli ultimi mesi, di chiudere la partita sul rinnovo di contratto entro il 2017, ora la Ministra cambi versione trasformandolo in un augurio”.

Premetto: non ho mai riposto tante speranze sulla prima dichiarazione del Ministro.

La discontinuità nasconde, però, un problema più ampio che rimanda al rapporto tra la società e l’istruzione. A mio parere il “mi auguro” esprime passività, subalternità ed estraneità rispetto alle decisioni che altri soggetti più importanti dovranno prendere. Si ha l’impressione che il Ministro Fedeli non sia un componente del governo. Pare che non parteciperà  a fine settembre all’approvazione della Legge di Stabilità 2018.

Questi elementi sono accostabili al profilo dell’istruzione. Ritenuta dal contesto economico poco importante, non strategica, inadeguata a partecipare ai “tavoli che contano”. Quindi incapace di far sentire la propria voce che rimanda al futuro. Ancora: una presenza messa all’angolo, quello più buio, in modo da non avvertirne il respiro. Insomma, una conferma!