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Mobilità: basta con i vincoli

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PERCHÉ NO AL VINCOLO
“Chi vincolo non prova, libertà non apprezza”. Partiamo da questa provocazione, un po’ dura, ma efficace per attirare l’attenzione e inquadrare la problematica.


LA DISTANZA DA CASA.
Questo problema viene tirato in ballo soprattutto a causa della supposizione di “opportunismo” da parte di chi partecipa ai vari concorsi del reparto scuola; spesso, la risposta che si riceve è “hai  scelto di partecipare al concorso in un’altra regione perché pensavi di avere più chance e adesso ti lamenti. Ognuno deve essere conscio delle proprie scelte”.
Caliamo questa risposta all’interno del contesto Italia. Pippo e Pluto sono due docenti che abitano a Latina. Entrambi vincitori di concorso, Pippo nel Lazio, Pluto in Umbria. Considerato  il caro benzina, i due decidono di raggiungere casa in treno di tanto in tanto. Pippo è in servizio a Viterbo, mentre Pluto a  Orvieto. Chi impiega di più a tornare a casa propria? La logica di cui sopra direbbe Pippo, è nella stessa regione d’altronde! Mappe alla mano, in treno, Pluto impiega circa quaranta minuti in meno.
Per cui, il problema della distanza non lo si risolve partecipando nella propria regione. Inoltre, è errato pensare che il problema della distanza sia vincolato a una scelta propria.

NONNISMO E OMERTA’.
I pari nella scuola purtroppo non esistono: c’è sempre un dirigente, c’è la solita casta, c’è chi da nuovo arrivato non ha diritto a far polemica  o a dire no per evitare di passare tre anni infernali. L’omertà cosa c’entra? Nessuno denuncia. C’è troppa paura per poi vedersi negata la possibilità di andare altrove. Denunciare sarebbe come buttarsi la zappa sui piedi. Non si può scappare. Nemmeno nella scuola accanto. Docente vincolato, docente vessato. Un binomio che in migliaia in anno di prova quest’anno stanno sperimentando. Sorge spontanea una domanda: accettereste un posto di lavoro dove c’è l’alto rischio di essere sfruttati o maltrattati sapendo di non poter lasciare e andare altrove? La risposta nel prossimo punto.

IL PARADOSSO DEL PRECARIO
Se siete arrivati fin qui avrete già capito più o meno i motivi che si celano dietro il paradosso del precario a vita. Il caro vecchio precariato… Se ne ricordano bene i politici. Lo slogan di mille campagne elettorali. Qualcosa ora è cambiato. Sembra che non tutti i precari vogliano il posto fisso. C’è addirittura chi rinuncia al posto fisso, tipo centinaia di genitori. “Pippo, mi spiace, rinuncio al ruolo. Anche se ho vinto potrei finire lontano dai miei figli e costretta ad esserlo per chissà quanto tempo”. Sembra una storia finta strappalacrime? È la realtà. Almeno sei tu che scegli in quale graduatoria provinciale iscriverti!

LA FALSA CONTINUITA’ DIDATTICA.
“Non possiamo abolire i vincoli! L’Europa ce lo impone per garantire la continuità didattica!”. Queste parole sono sacre per chi deve difendersi dall’accusa di non fare nulla per abolire il vincolo. I matti ignoranti ammettono che la continuità didattica dovrebbe essere un diritto di ogni alunno. Ma non  si può essere così ciechi da non accorgersi che la soluzione di continuità porta a svantaggi dal punto di vista della qualità dell’insegnamento stesso. In realtà, il problema sta che il vincolo impone la continuità, ma la qualità va ricercata altrove. Un  lavoratore qualsiasi dà il massimo se spinto da motivazioni intrinseche. Un docente sereno e felice di far parte di quel contesto scolastico è un docente che lavora dando il massimo e non solo assicura la continuità (perché non ha desiderio di andare altrove) ma anche e soprattutto la qualità, senza imporre una continuità didattica fasulla e di scarsa qualità, considerato che nessuno darebbe il massimo con le succitate condizioni.

IL PNRR…PER CONCLUDERE
Pippo non credi che la nostra scuola, cercando di amalgamarsi con gli standard europei, stia perdendo sempre più smalto? Forse hanno ragione quei matti a dire che il vincolo in Italia sia completamente fuori luogo. Pluto (non in tempo di votazioni) “Hai perfettamente ragione, Pippo, ma il governo precedente ha assicurato il vincolo in cambio dei fondi dal PNRR!” Questa è la storia di Pluto, politico in poltrona, che terminate da poco le elezioni smette di difendere un diritto sacrosanto. La storia di Pluto ci viene sbattuta in faccia giorno dopo giorno.  Ma… se realmente i docenti sono stati svenduti dai precedenti governi, è giusto allora smettere di cercare di cambiare le cose? Bisogna per forza farsene una ragione?
A quanto pare nessuno sembra muovere un dito a riguardo, figuriamoci i tanti Pluto in poltrona. Non siamo mica in periodo di elezioni.
O forse il tema non fa abbastanza gola alle forze di opposizione o ai sindacati che addirittura approvano il vincolo duro. Probabilmente uno studente in tenda che protesta contro il caro affitti (con tutto il nostro appoggio) è molto più mediatico e “acchiappaconsensi” di un gruppetto di presunte “false vittime”.
Un saluto ai lettori che hanno occhi per vedere e ai tanti Pluto in poltrona che ci accusano senza voler ascoltare!

Comitato Nazionale Docenti Vincolati