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Nuove classi di concorso, protestano i chimici: la disciplina insegnata da chi non la conosce!

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Ancor prima di prendere visione della versione definitiva delle nuove classi di concorso, i chimici già protestano e parlano di riforma all’insegna del risparmio.

Cosciente, evidentemente, del fatto che le bozze che stanno circolando in questi giorni sono pressoché definitive, il presidente del Consiglio nazionale dei chimici, Armando Zingales, ha utilizzato parole dure sulla revisione delle classi concorsuali.

Ritiene che per riformularle sia stato seguito “il principio di attribuire cattedre ai soprannumerari in una certa disciplina, non quello di premiare la qualità dell’insegnamento, o il bene degli studenti”.

 

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“E’ da molto tempo – prosegue il presidente dei chimici – che la nostra categoria conduce una battaglia di ampia portata per il riconoscimento della propria qualifica professionale in cattedra, eppure ancora una volta – spiega – si concentra l’attenzione solo sugli aspetti meramente gestionali e finanziari della scuola, consentendo l’intercambiabilità di professori con lauree molto diverse e competenze assolutamente non sovrapponibili”.

Amarissima la conclusione di Zingales: “a chi governa il nostro Paese gli effetti sull’efficacia dell’insegnamento interessano poco, l’importante è che sulla carta sia tutto a posto al minor costo”. 

Il riferimento dei chimici è soprattutto alla decisione del Miur di allargare il ventaglio di discipline che d’ora in poi ogni docente avrà la possibilità di insegnare: resta da capire se l’utilizzo su cattedre non del tutto attinenenti alla formazione sia residiale. Oppure sistematico. Di sicuro, i chimici, e non solo loro, sperano che si realizzi la prima ipotesi.

 

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