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Onu attraverso Oms, Unicef e Unesco: chiudere le scuole solo come ultima ratio

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L’Onu, attraverso Oms, Unicef e Unesco, chiede ai governi di tutto il mondo che la chiusura delle scuole sia considerata una extrema ratio nella lotta alla pandemia di Covid-19. “La decisione di chiudere deve essere l’ultima soluzione e deve essere temporanea”.

Secondo Ghebreyesus, il direttore generale dell’Oms,  in una teleconferenza congiunta con la direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay e la direttrice dell’Unicef Henrietta Fore, l’impatto sui bambini è negativo.

“Più tempo passa, maggiori sono le conseguenze, soprattutto per i bambini provenienti da ambienti svantaggiati. Date le conseguenze devastanti sui bambini, i giovani e la nostra società nel suo complesso, la decisione di chiudere le scuole dovrebbe essere l’ultima spiaggia”.

“In molti Paesi – è stato pure ha ricordato – servizi essenziali per la nutrizione e l’immunizzazione sono stati interrotti e milioni di bambini hanno perso mesi di scuola”.

“Durante la chiusura delle scuole, la continuità dell’istruzione dovrebbe essere garantita attraverso l’apprendimento a distanza”, anche se ci sono tanti nodi da sciogliere, come “i potenziali effetti a lungo termine di Covid-19 sulla salute in coloro che sono stati infettati rimangono sconosciuti”, mentre tanti bambini  hanno sofferto in altri modi. Le misure adottate in una comunità per ridurre il rischio di trasmissione di Covid-19 ridurranno il rischio anche nelle scuole”.

Se in alcuni Paesi si è tornati a scuola, in altri “le scuole rimangono chiuse” e “per sostenere i Paesi in ogni situazione, l’Oms con Unesco e Unicef hanno pubblicato una guida aggiornata sulle misure di salute pubblica relative alla scuola nel contesto di Covid-19”. La guida fornisce “consigli pratici per le scuole in aree senza contagi, in aree con casi sporadici, o con gruppi di casi o in una situazione di trasmissione comunitaria”.

Quanto alla riapertura degli istituti scolastici, “il tempo durante il quale le scuole rimangono chiuse dovrebbe essere utilizzato per mettere in atto misure per prevenire e rispondere alla trasmissione” del virus “quando gli istituti riaprono”.

“Tenere i bambini al sicuro a scuola non è un lavoro solo per il sistema istruzione, o per i soli governi o per le famiglie. È un lavoro che spetta a tutti noi, e dobbiamo lavorare insieme. Come diciamo spesso non c’è rischio zero. Ma con la giusta combinazione di misure, possiamo mantenere i nostri figli al sicuro e insegnare loro che la salute e l’istruzione sono due dei beni più preziosi della vita”.

“Dall’inizio della pandemia, capire come Covid-19 colpisce i più giovani è stata una questione prioritaria. A 9 mesi dall’inizio della pandemia rimangono molte domande, ma stiamo iniziando ad avere un quadro più chiaro. Sappiamo che i bambini e gli adolescenti possono essere infettati e possono infettare altri. Sappiamo che questo virus può uccidere anche loro, ma che i bambini tendono ad avere un’infezione più lieve e ci sono pochissimi casi gravi e decessi per Covid-19 tra bambini e adolescenti.

Dunque, secondo il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità: I dati che abbiamo mostrano che meno del 10% dei casi segnalati di Covid-19 e meno dello 0,2% dei decessi riguardano persone di età inferiore ai 20 anniSono necessarie ulteriori ricerche – ha sottolineato il Dg – sui fattori che aumentano il rischio di malattia grave da Covid-19 e di morte tra bambini e adolescenti. Vogliamo tutti vedere i bambini tornare a scuola e vogliamo tutti assicurarci che le scuole siano gli ambienti di apprendimento e di supporto sicuri che dovrebbero essere. Le scuole fanno parte di una comunità. In effetti, le scuole collegano le comunità”.