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Orario docenti a 30 ore: falso allarme

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Dieci righe contenute in uno dei tre documenti (poco meno di  80 pagine in tutto) prodotti da altrettanti gruppi di esperti designati dal Miur scatenano la bufera nel web e inducono anche la stampa nazionale ad occuparsi del problema dell’orario di lavoro dei docenti.

Il testo della proposta

Per l’intera giornata si sono susseguite voci secondo le quali il Ministero avrebbe in mente di portare l’orario di servizio degli insegnanti a 30 ore settimanali.
Per la verità le cose stanno in modo un po’ diverso.
Basta leggere il capitoletto intitolato “orario all inclusive” che riportiamo qui integralmente:
“La ‘consistenza’ temporale del lavoro docente non dovrebbe coincidere con la pura prestazione di ore-lezione-cattedra (tra l’altro diversamente configurate per livello scolastico), ma orientarsi verso un orario ‘all inclusive’ in cui abbiano pari dignità giuridica le ore di insegnamento diretto in aula; le attività di tutoraggio, accompagnamento, recupero; i momenti di studio, progettazione, formazione. Secondo alcune ipotesi questo orario onnicomprensivo si aggira sulle 30 ore settimanali.

In prima istanza si può immaginare un doppio profilo contrattuale della docenza, a scelta dell’interessato: con orario potenziato, con orario-base, con orario part-time, possibilità di optare rispetto ai contingenti previsti per ogni istituzione scolastica. Il regime ad orario potenziato sarebbe obbligatorio per tutti i docenti neo-assunti”.

Non si parla di ore da dedicare alle supplenze


Oltretutto, come si può vedere, non si parla di ore da dedicare a supplenze o sostituzioni come abbiamo letto in diversi commenti pubblicati su FB.
In una nota al testo gli estensori della proposta segnalano che il modello dell’orario all inclusive è esattamente quello previsto dal contratto collettivo dei docenti della provincia autonoma di Bolzano, contratto – va detto – regolarmente sottoscritto anche dai sindacati del comparto Cgil, Cisl e Uil.
Insomma, la proposta contenuta nel documento degli esperti del Miur non appare particolarmente “strana” anche se resta da capire con quali risorse e con quali modalità operative potrebbe essere attuata.