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Graduatorie III fascia Ata, nomine a rischio per il 2024/25: forti contestazioni

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Il parere del CSPI del 26 aprile 2024 anche se obbligatorio ma non condizionante, sta suscitando moltissime rimostranze e diffide da parte dei nostri lettori a causa di alcuni suggerimenti e modifiche proposte nella bozza del decreto sull’aggiornamento delle graduatorie di circolo e d’istituto di terza fascia del personale ATA.

Proposte CSPI

In merito ai tempi previsti per la pubblicazione delle graduatorie di terza fascia del personale ATA, il CSPI propone di rettificare il contenuto dell’art. 1 comma 2 proponendo le seguenti integrazioni: “Le nuove graduatorie di circolo e di istituto di terza fascia, qualora pubblicate entro il 31 agosto 2024, sostituiscono integralmente quelle vigenti nel triennio scolastico precedente e hanno validità per il triennio scolastico 2024/2027, ai sensi dell’articolo 5, comma 6, del Regolamento. Nel caso in cui la pubblicazione sia successiva alla data del 31 agosto 2024, le nuove graduatorie di circolo e d’istituto di terza fascia hanno validità dall’anno scolastico successivo”.

Diffida comitati personale ATA

Tale proposta ha provocato la reazione del “comitato per la proroga dei contratti PNRR e agenda sud dei collaboratori scolastici del ministero dell’istruzione e del merito” e del “comitato per il no allo slittamento dell’aggiornamento delle graduatorie di terza fascia del personale ATA” che in una proposta congiunta diffidano il CSPI accusandolo di condotta antisindacale e uno stato confusionale che, invece di favorire le progressioni di carriera e la qualità di vita dei lavoratori, ne mina le loro fondamenta.

Aggiornamento graduatorie terza fascia ATA

Nella diffida, inviata al Ministro e a diversi politici, i comitati sostengono che “l’aggiornamento delle graduatorie di terza fascia è una procedura attesa da decine di migliaia di lavoratori che potranno concretizzare anni di sacrifici e di duro lavoro, semplicemente migliorando la propria posizione e conseguentemente ambire a incarichi di supplenza con maggiori probabilità, oppure spostando una provincia di lavoro rivelatasi poco fruttuosa, o ancora destinando la sede di lavoro nella provincia di residenza, ricongiungendosi con la propria famiglia”.

Legge mille proroghe

I comitati nella lettera di diffida citando la legge mille proroghe affermano che spostare la data dell’entrata in vigore delle graduatorie dal primo settembre 2024 al primo settembre 2025 significherebbe vanificare tanti sacrifici fatti da migliaia di lavoratori nei diversi profili del personale ATA e significherebbe trasgredire quanto affermato dal decreto Milleproroghe che ha sancito in modo chiaro l’effettiva entrata in vigore delle nuove graduatorie di terza fascia ATA il giorno 1° settembre 2024.

Diffida e invito

I due comitati in merito invitano e diffidano “il CSPI a rettificare, con immediatezza, le richieste concernenti il differimento dell’entrata in vigore della validità delle graduatorie di terza fascia, e a limitarsi unicamente a fornire indicazioni per velocizzare le procedure, astenendosi categoricamente dalla formulazione di ulteriori richieste peggiorative delle condizioni di lavoro del personale ATA, avanzate senza un espresso mandato dei lavoratori”.

Certificato di dattilografia

Altra contestazione fatta dai due comitati al CSPI è la richiesta di cancellazione del titolo di dattilografia dalla tabella di valutazione considerata anacronistica e arbitraria; secondo i due comitati, eliminare il titolo di dattilografia “verrebbe a precludere il diritto, per i nuovi inserimenti, di potersene avvantaggiare in termini di punteggio nelle graduatorie, a meno di un mese dall’apertura delle domande, creando un danno economico per coloro che nei mesi scorsi hanno investito in questa specifica formazione professionale”.

Caso (M5S): No slittamenti graduatorie Ata

“Le graduatorie ATA terza fascia vanno aggiornate in tempo utile per l’inizio del prossimo anno scolastico. L’ipotesi di uno slittamento, qualora non si riuscisse a comporre le graduatorie entro agosto, emersa nel parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione è da rigettare totalmente. In gioco c’è la vita di migliaia di lavoratrici e lavoratori, che contando sul nuovo bando per avvicinarsi a casa hanno già disdetto i contratti di locazione. C’è il forte sospetto che si voglia far rientrare dalla finestra il tentativo di proroga uscito dal “milleproroghe”. Se le segreterie scolastiche sono in difficoltà per il sovraccarico di lavoro si coinvolgano i livelli d’ambito superiore. Bisogna smetterla di lasciare nell’ incertezza decine di migliaia di famiglie così come questo Governo ha fatto con i 6.000 collaboratori ATA senza contratto dal 15 aprile. Cosa aspetta il Governo a fare un decreto?”.

Così il deputato Antonio Caso, Capogruppo M5S in Commissione Cultura.

Caso di un nostro lettore

In merito alla proposta di slittamento della graduatoria di terza fascia un nostro lettore ci fa presente di essersi visto costretto dagli eventi a spostarsi al nord per lavorare nonostante avesse conseguito la laurea magistrale con 110 e lode e aver tentato in tutti i modi di trovare lavoro nella propria terra. Da quanto ci scrive, ha cominciato a lavorare come addetto alle aziende agrarie conseguendo il titolo per accedere in prima fascia dove si trova iscritto da tre anni senza essere stato mai chiamato per l’immissione in ruolo e con il desiderio di rientrare nella propria città pur retrocedendo in terza fascia.

I sacrifici

L’allontanamento, ci comunica il nostro lettore, non è stato privo di sacrifici, infatti, aver lasciato il padre ottantenne nella speranza di poter tornare presto e aver indotto la propria compagna, oggi diventata madre, ad andare a lavorare al Nord come CS part-time non è una cosa da poco conto.

No alla proroga delle graduatorie

In virtù dei sacrifici fatti ci comunica di non essere d’accordo nel prorogare le graduatorie di terza fascia ATA, considerando ciò improponibile, nella misura in cui, se ciò dovesse avvenire, significherebbe ritardare ancora un anno o forse più il rientro a casa.

Il parere del Cspi e la bozza del decreto