Home Personale Pensione anticipata, ecco RITA per andare via 5 anni prima. Le info...

Pensione anticipata, ecco RITA per andare via 5 anni prima. Le info utili

CONDIVIDI

Non c’è solo l’APE volontaria per andare in pensione prima del tempo previsto. Infatti la legge di bilancio 2018 ha previsto anche un altro tipologia di istituto previdenziale: stiamo parlando di RITA, ovvero Rendita Integrativa Transitoria Anticipata.

Anche questa misura è coperta da finanziamento fino a dicembre 2019.

Che cos’è RITA

RITA è uno strumento di cui possono beneficiare tutti coloro che hanno aderito ad un Fondo di previdenza complementare, come ad esempio il Fondo Espero per i dipendenti della scuola, che possono vantare 5 anni di permanenza nel fondo ed almeno 20 anni di contribuzione INPS.

Quindi, invece di attingere al fondo accumulato per la pensione integrativa, il lavoratore che accede alla misura previdenziale utilizza invece quel capitale accumulato come una rendita anticipata, in attesa di maturare i requisiti per il pensionamento ordinario. La rendita potrà essere al massimo di 5 anni e può avere erogazione mensile, bimestrale o trimestrale. Oltre a godere di particolari agevolazioni fiscali, RITA può essere richiesta anche congiuntamente all’APE volontaria o all’APE sociale.

Rischi e vantaggi

Chi sceglie RITA ha due possibilità:

Riscattare in anticipo l’intero capitale maturato con i fondi della previdenza complementare

– liquidare solo una parte di questa

Mentre nel primo caso, il lavoratore rinuncerà alla pensione integrativa futura, che sarebbe maturata mettendosi a riposo a 66 anni e 7 mesi, nella seconda ipotesi la rendita complementare non si annullerà del tutto ma non avrà cifre decisamente più basse.

Come fare domanda

Per accedere alla pensione anticipata RITA sarà necessaria un’autocertificazione su un modulo previsto dalla società che gestisce il fondo di pensione integrativa, quindi ad esempio, nel caso dei lavoratori della scuola, sarà un modulo fornito da Espero.

Per tutti gli approfondimenti, rimandiamo i lettori a contattare un patronato locale o direttamente la società che gestisce il fondo di previdenza integrativa.