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Psicologo a scuola, Rusconi: “servono fondi e una normativa nazionale”. Priorità della scuola? “Formazione, strutture e contratti”

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L’accoltellamento della docente di Abbiategrasso ha svelato le fragilità del sistema scolastico. Serve intervenire con l’aiuto in primis delle istituzioni. A parlare della vicenda e dei bisogni della scuola è stato, a Cusano Tv, il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Roma Mario Rusconi:

“È evidente che c’è uno stato di difficoltà dei nostri ragazzi, precedente al Covid, non dipende solo da questo periodo di lontananza, ma da tutta una serie di fattori importanti che sono la mancanza di controllo educativo della famiglia, un’attenuazione dell’autorevolezza della scuola e anche da un’esibizione spettacolare dei giovani attraverso i social. È chiaro che le famiglie sono spesso assenti, però teniamo conto che noi abbiamo circa otto milioni di studenti, fa scalpore il caso dell’alunno che accoltella la docente o di quel ragazzo di Rovigo che ha sparato alla professoressa con l’arma ad aria compressa, sono casi per fortuna limitati, allo stesso tempo non possono esimere il governo e il ministero dell’Istruzione ad intervenire con efficacia. La scuola si deve attrezzare ma non può farlo da sola, deve farlo con l’aiuto delle istituzioni”.

“Vent’anni fa sono state fatte due riformicchie insensate per risparmiare qualche milione di euro – spiega Rusconi – è stato eliminato il medico scolastico (immaginiamo quanto sarebbe stato necessario nel periodo del Covid) ed è stata eliminata l’equipe psico-pedagogica. Questi sono i primi ausili che devono essere dati alla scuola e il ministro dell’Istruzione ha detto che sta pensando da questo punto di vista”.

Psicologo a scuola? Si, ma serve una normativa

Psicologo nelle scuole? “Se il Parlamento porterà avanti una nostra richiesta, ci vuole una norma di legge e ci vogliono dei fondi – afferma il presidente Anp Roma – li abbiamo chiesti anche alle regioni e abbiamo un’Italia spaccata in due, ci sono delle regioni che forniscono direttamente con le Asl questi sussidi, altre del Centro-Sud che non li forniscono, ci vuole una normativa nazionale“.

“Per fare una vera riforma della scuola ci vogliono dai 5 ai 10 anni, io spero non ci siano 10 governi nel frattempo. Ci vuole tempo, lungimiranza e capacità di vedere il futuro. Priorità della scuola? Formazione più adeguata dei docenti che è stata lasciata per troppi anni a sé stessa (metto anche la categoria dei presidi), scuole più attrezzate e gradevoli, scuole aperte di pomeriggio e contratti diversi, il mestiere non attira e ci mancano insegnanti di materie scientifiche”.