Home Personale PSP, DS usa la giustizia per calpestare i diritti sindacali: perde!

PSP, DS usa la giustizia per calpestare i diritti sindacali: perde!

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I Partigiani della Scuola Pubblica denunciano, da sempre, i casi di tutela dei diritti sindacali e di abusi perpetrati dai Dirigenti Scolastici ai danni di docenti e personale della scuola tutto.

Comunicato dei PSP su caso IPSSAR Lamezia Terme

Siamo costretti ad attenzionare nuovamente l’Ipssar di Lamezia Terme in quanto la Dirigente, già assurta agli onori della cronaca per un’assegnazione illegittima di cattedra ad una docente di diritto e per quell’episodio definitivamente soccombente legalmente, attacca ora sindacato ed rsu.

Ci preme fornire in primis solo un dato che ha destato, tra gli altri, la preoccupazione della “incriminata” sigla sindacale: l’allarmante calo delle iscrizioni nella scuola che durante il quinquennio dell’incarico della DS ha segnato un calo di iscritti pari a 150 unità, con la perdita di ben cinque cattedre, uno dei peggiori dati della provincia di Catanzaro.

Nello scorso anno scolastico, in occasione delle elezioni delle RSU, il Coordinatore regionale della Gilda-Unams prof. A. Tindiglia era costretto ad inviare alla DS una missiva in cui la esortava al rispetto della normativa in materia e ricordandole la natura “endosindacale” delle elezioni RSU, concludeva scrivendo che ove “si dovessero accertare ingerenze da parte della SV (in riscontro di alcune voci pervenute), sarà mia cura tutelare l’organizzazione sindacale che rappresento nei luoghi e con le norme di legge consentite”.

Orbene, la DS sporgeva querela lamentando di essere stata calunniata e diffamata dal prof. Tindiglia e persino dalla Rsu prof.ssa Riommi per il solo fatto di avere affisso la missiva all’albo sindacale come espressamente richiesto dello stesso coordinatore.

Singolare il tono adoperato dalla DS che, in totale spregio delle prerogative sindacali, interpreta quello che è esercizio di un diritto come un affronto personale.

A ristabilire la verità è intervenuta, ancora una volta, la magistratura attraverso una prima archiviazione ad opera del Pubblico Ministero, dott.ssa Emanuela Costa, che ha sottolineato il carattere di esercizio di un diritto di critica sindacale nel comportamento del Responsabile Gilda e della Rsu trattandosi, relativamente alle parole adoperate, di “semplici affermazioni, prive di contenuto diffamatorio, apparendo le stesse volte, esclusivamente, a tutelare l’organizzazione sindacale da loro rappresentata, nelle elezioni RSU” ritenendo, quindi, infondata la notizia di reato; e con una seconda, e definitiva, archiviazione, a seguito di opposizione da parte della DS, ad opera del Giudice delle Indagini Preliminari, dott.ssa Emma Sonni, che il 20 dicembre 2018 nello stabilire che non ricorrono ipotesi di reato ha nuovamente posto l’accento sull’esercizio del diritto di critica sindacale. Va segnalata la difesa sostenuta dagli avv.ti G. Dominijanni e G. Bevilacqua.

Potrebbe essere questo l’esito di un’incresciosa vicenda senza ulteriori sviluppi, ma i fatti narrati si inseriscono in un preoccupante quadro connotato da un’escalation immotivata ed aberrante che va dal negare la parola ad una docente nel corso di un Collegio docenti, ad una serie di comportamenti che, ancora una volta, la magistratura dovrà stabilire essere stati o meno mobbizzanti nei confronti della stessa docente che “stranamente” ha poi perso cattedra, in un’ottica che, a questo punto, potrebbe essere intimidatoria e persecutoria.

E tutto ciò quando, e forse proprio per questo, da anni la suddetta sigla sindacale e la Rsu di riferimento hanno iniziato “un’operazione trasparenza” riguardo agli atti della contrattazione d’istituto che nel corso di apposite assemblee sindacali vengono divulgati al personale della scuola, con le costanti richieste di informative sulla gestione dei fondi e con la creazione di una bacheca sindacale sul sito della scuola.

Ci poniamo poi alcuni interrogativi riguardo le posizioni che la DS è costretta ad affrontare nei Tribunali e le “passerelle di legalità” che si susseguono a ritmo incessante con protagonisti gli allievi della scuola dalla stessa diretta.

Ultima notazione: per alcuni dei motivi su esposti sono pendenti, da tempo, presso l’USR di Catanzaro una serie di richieste di visite ispettive. Cos’altro deve accadere in una scuola della Repubblica Italiana perché l’Ufficio scolastico competente prenda seri provvedimenti?

I PSP, nell’esprimere la più sincera solidarietà nei confronti dei docenti coinvolti, rei di aver adempiuto al loro dovere, si augurano anche che il nuovo Governo si prodighi a varare provvedimenti atti a garantire che situazioni come quelle denunciate non possano più avvenire.