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Sciopero generale Cgil e Uil il 16 dicembre contro la Legge di Bilancio, ma la scuola mantiene lo stop del 10

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Il malessere dei sindacati verso la Legge di Bilancio ha raggiunto livelli di intolleranza. E non solo nella scuola, le cui organizzazioni di categoria (tranne la Cisl Scuola) hanno proclamato lo sciopero per venerdì prossimo: nella serata di lunedì 6 dicembre, le confederazioni di Cgil e Uil hanno bollato come “insoddisfacente” la manovra e annunciato lo sciopero generale di otto ore per la giornata di giovedì 16 dicembre, con manifestazione nazionale a Roma, a Piazza del Popolo, dove interverranno i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. Inoltre, è stato anche fissato “il contemporaneo svolgimento di analoghe e interconnesse iniziative interregionali in altre 4 città”. Alla base della protesta della manovra rimane la forte contrarietà alla manovra, ad iniziare dalla distribuzione degli 8 miliardi per il taglio delle tasse.

Per la scuola, però, non dovrebbero esserci cambiamenti: al momento, lo stop di venerdì 10 dicembre rimane in piedi. A proclamare da diversi giorni lo stop della scuola, infatti, sono stati anche altri due sindacati (Snals e Gilda) che non avrebbero compreso le ragioni dello slittamento di sei giorni.

L’ufficialità della conferma dello sciopero per la scuola “separato” dagli altri comparti, però, si avrà non prima del pomeriggio di martedì 7, quando, alle ore 17,30, all’Hotel Londra in Piazza Sallustio a Roma, i segretari generali di Cgil e Uil terranno una conferenza stampa sulle decisioni prese.

La risposta del Governo Draghi

Poche ore prima, alle 9, il Governo cercherà di comprendere se ci sono ancora i margini per dare risposte a sindacati, lavoratori e cittadini: la maggioranza si confronterà infatti, in due riunioni in programma proprio sulla manovra, sia sul tema del superbonus sia su quello della scuola.

A seguire, si svolgeranno anche una serie di incontri bilaterali fra lo stesso Governo e ciascun partito, in ordine decrescente a partire dal dal M5s, in cui ciascun gruppo evidenzierà le proprie priorità.

La strategia è stata scelta al Senato, dove gli emendamenti segnalati finora in commissione Bilancio è salita da 600 a 690 (su un totale di oltre 6.000 proposte di modifica di maggioranza iniziali).

La Cisl ancora fuori, ma…

Intanto, la Cisl (unico sindacato che continua a tirarsi fuori dallo sciopero) ha annunciato che nella stessa giornata di martedì 7 riunirà la segreteria.

Nei giorni scorsi il numero uno della Cisl, Luigi Sbarra, aveva dichiarato in una intervista di non vedere ragioni di merito per proclamare una mobilitazione generale: “si incendierebbero i rapporti sociali – aveva detto – e si isolerebbe il mondo del lavoro “quando invece il paese ha bisogno di coesione e responsabilità per costruire insieme una prospettiva di ripartenza e sviluppo”.

“La via maestra – aveva sottolineato – per me rimane quella del dialogo e non quella di un conflitto esasperato che non ha ragion d’essere oggi che, con la nostra azione, abbiamo una legge di Bilancio profondamente cambiata e migliorata”.

Le posizioni dei sindacati della Scuola

Parole molto simili erano state pronunciate sabato scorso da Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola: “aspettiamo gli esiti degli emendamenti e delle interlocuzioni ai tavoli dove ci siamo presentati e quando gli atti di indirizzo diranno cosa vuole fare il Governo prenderemo le nostre decisioni”, aveva spiegato ancora Gissi.

Nello stesso convegno, svolto a Matera, Francesco Sinopoli, segretario generale Flc-Cgil aveva detto di “non condividere nulla di quello che il Governo sta facendo sulla scuola: le risorse del Pnrr avranno un ottimo impatto sull’edilizia, ma tutto il resto è tralasciato”, quindi “non è escluso che si vada allo sciopero generale”. Una previsione che nel volgere di un paio di giorni si è trasformata in realtà. 

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