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Sostegno, la beffa delle ore accordate ad anno finito

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Arriva dalla Sardegna l’ennesima tornata di sentenze che condannano gli Uffici scolastici ed il ministero dell’Istruzione a risarcire gli alunni privati, senza motivazioni valide, delle ore di sostegno di cui avevano bisogno e che erano state indicate dalle Asl di appartenenza sulla base della gravità del disagio: stavolta ad essere indennizzate, grazie al Tribunale amministrativo regionale della Sardegna, sono state una ventina di famiglie, tutte con bambini disabili. La motivazione è la solita: all’inizio dell’anno si erano viste tagliare, quasi sempre dimezzare, le ore di sostegno da svolgere settimanalmente con il proprio figlio. Il problema è che i tempi d’attesa della giustizia italiana hanno procrastinato la sentenza (quasi sempre favorevole ed anche stavolta la regola non è stata stravolta) ad anno scolastico ormai concluso. Addirittura nel mese di luglio, quasi un anno dopo la richiesta.

Di certo quegli studenti non riavranno mai il loro docente al loro fianco, pronto a far comprendere meglio concetti e parole espressi dall’insegnante curricolare di turno. Così i 3.500 euro che ogni famiglia riceverà dal ministero dell’Istruzione e dall’Ufficio scolastico della Sardegna serviranno davvero a poco: al massimo a far fare ai ragazzi con problemi di apprendimento una vacanza in più. Oppure a far svolgere delle esperienze formative durante l’estate. O, ancora, a comprare un ausilio in vista del prossimo anno. Da utilizzare stavolta, speriamo, con l’insegnante di sostegno e per tutte le ore di cui necessita.