Home Attualità Tagli al personale e al sostegno? Bussetti: nessuna riduzione, d’ora in poi...

Tagli al personale e al sostegno? Bussetti: nessuna riduzione, d’ora in poi le supplenze individuate anno per anno

CONDIVIDI

Fanno rumore i dati sui tagli previsti dalla legge di bilancio 2019 per il personale della scuola, denunciati anche dalla Tecnica della Scuola: tabelle alla mano, sono previsti 1,4 miliardi in meno nel 2020 e 3,9 in meno nel 2021. Soprattutto per il sostegno agli alunni disabili. Il tutto, a legislazione vigente, cioè senza considerare le modifiche introdotte dalla legge di bilancio di quest’anno ed, eventualmente, di quelle future.

Bussetti: le tabelle vanno lette bene

A distanza di quarantott’ore, giunge la replica secca del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, che nega l’entità dei tagli.

“Fra poco saremo tutti alle prese con i festeggiamenti dell’ultimo dell’anno. Auguro a tutti voi e alle vostre famiglie un buon 2019. Prima di chiudere questo 2018 mi preme, però, fare un’importante precisazione. Sulla scuola, in particolare sul sostegno, non ci sono e non ci saranno tagli”.

Per il ministro, “le tabelle che stanno circolando in questi giorni vanno lette bene. Da quest’anno le risorse per le supplenze del sostegno vengono individuate anno per anno. Quindi con le prossime manovre saranno di volta in volta iscritte in bilancio, programmando la spesa sulle necessità previste. Il Ministero continuerà sempre a garantire il sostegno a chi ne ha bisogno. Passare per quelli che lo tagliano sarebbe assurdo. Siamo infatti il Governo che ha voluto un Ministero specifico per difendere i diritti delle persone con disabilità”.

I corsi di specializzazione attivati per 40 mila nuovi docenti

“Stiamo poi finalmente disponendo l’attivazione di 40.000 posti di specializzazione – prosegue Bussetti -, per avere un maggior numero di insegnanti preparati sul sostegno. Da quando sono arrivato al Miur ho riunito diverse volte l’Osservatorio competente, che non era più stato convocato. Stiamo anche lavorando insieme ad associazioni e famiglie per migliorare le modalità di assegnazione delle ore di sostegno. Per un servizio migliore ai nostri ragazzi. Stiamo insomma agendo con grande concretezza. E con i fatti. Dopo anni di parole e promesse”.

I numeri parlano chiaro

Rimane un dato inequivocabile il risparmio di spesa concentrato sul personale destinato al sostegno agli allievi con disabilità: nel primo ciclo, infatti, si passa dai 3.489 milioni del 2019 ai 3.079 del 2020 e ai 2.457 del 2021; stesso trend nel secondo ciclo dove la spesa prevista scenderà da 1.454 milioni del 2019, a 1.317 del 2020 e a 1.108 nel 2021.

Le tendenze degli ultimi anni, però, ci dicono però che la spesa aumenterà. Anche nel 2018, si sono persi circa 75 mila iscritti, in tutti i cicli scolastici, rispetto all’anno precedente. Tuttavia, gli alunni “certificati” che necessitano di sostegno sono continuati a crescere, confermando il ritmo degli ultimi anni, di circa 10 mila unità.

Nel 2018 +11mila alunni disabili “certificati”

A fornire tutti i numeri del nuovo anno è stato lo stesso ministero dell’Istruzione, attraverso un dettagliato focus nazionale, dal quale emerge che le riduzioni maggiori di iscritti si ravvisano al Sud, a partire dalla Campania.

Dallo studio ministeriale si evincono anche i numeri sul personale docente: come riportato dalla Tecnica della Scuola, le cattedre in organico ha raggiunto quota 822.723 (poco più di 700mila di ruolo); di queste, ben 141.412 sono di sostegno.

E, considerando il boom di alunni disabili “certificati” (oltre 11mila in più in solo anno che portano il dato complessiva a 245.723 iscrizioni, record nazionale) si tratta di una crescita progressiva inevitabile.

La domanda sorge spontanea…

Ora, il ministro dell’Istruzione ci dice che la riduzione di spesa per le risorse per i docenti di sostegno sarebbe dovuta al fatto che d’ora in poi verranno individuate anno per anno.

La domanda, allora, viene spontanea: questo significa che gli attuali 50 mila supplenti annuali, assunti in deroga fino al 30 giugno dell’anno successivo, continueranno ad essere precari? Perché qualora venissero in gran parte assunti, il taglio dei miliardi previsto non avrebbe motivo di esistere.