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Tema sul femminicidio: basta questo per parlare di questa piaga in classe? I suggerimenti per i docenti

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“Facciamo scrivere un tema sulla violenza sulle donne, così l’argomento è trattato”. È un pensiero diffuso, ma profondamente riduttivo. Parlare di violenza non può ridursi a un esercizio formale o a un momento isolato nel calendario scolastico. Serve molto di più: uno sguardo attento, continuo, capace di cogliere segnali, di guidare i ragazzi e le ragazze a riconoscere dinamiche relazionali sbagliate prima che si radicalizzino. La scuola ha un potenziale enorme, ma deve smettere di trattare il tema come un dovere simbolico. È tempo di passare dall’intenzione alla responsabilità, diventando presìdi attivi di prevenzione. VAI AL CORSO

Oggi il mondo della scuola gioca un ruolo fondamentale non solo nell’istruzione, ma anche nella prevenzione di fenomeni sociali complessi. Tra questi, la violenza sulle donne ha origini radicate nella cultura e può manifestarsi già tra gli adolescenti. Diventa quindi urgente dotare i docenti di strumenti che consentano di intercettare segnali precoci e costruire percorsi educativi efficaci.

Comprendere per intervenire

Per affrontare davvero la violenza di genere è necessario conoscerla. Non basta indignarsi: serve capire dove nasce, come si manifesta, quali sono i meccanismi che la alimentano, anche in età molto giovane. I dati parlano chiaro: tra gli adolescenti circolano già modelli relazionali segnati dal possesso, dalla gelosia e dalla svalutazione dell’altro. E spesso questi atteggiamenti non vengono riconosciuti come segnali di violenza. Per i docenti diventa allora fondamentale acquisire strumenti di lettura, non solo per intervenire nei casi più evidenti, ma soprattutto per lavorare in chiave preventiva, intercettando quei segnali deboli che spesso precedono situazioni più gravi.

Agire con strumenti concreti

Essere consapevoli non basta: servono strumenti pratici per portare l’educazione al rispetto dentro le classi. I docenti devono poter contare su esempi, casi studio, metodi collaudati per affrontare il tema senza improvvisare. Riconoscere i segnali, impostare attività che promuovano il dialogo e la riflessione, guidare gli studenti nell’analisi delle dinamiche relazionali: tutto questo richiede una formazione mirata. A scuola non si può pensare di affrontare certi argomenti con buon senso e sensibilità personale: serve una cassetta degli attrezzi pedagogica, aggiornata e consapevole.

La scuola come spazio di cambiamento

La scuola non può limitarsi a reagire dopo: deve educare prima. È il luogo in cui si costruisce una cultura, ed è proprio la cultura che sta alla base della violenza sulle donne. Lasciare che pregiudizi, stereotipi e modelli tossici si consolidino tra i banchi significa rinunciare alla possibilità di cambiare davvero le cose. I docenti hanno quindi una responsabilità cruciale: essere promotori di un’educazione relazionale fondata sul rispetto, sulla reciprocità e sulla consapevolezza. Solo così la scuola può diventare un presidio attivo contro la violenza, non un luogo che la subisce passivamente.

Il corso

Su questi argomenti il corso Come prevenire la violenza sulle donnein programma dall’11 luglio, a cura di Graziella Priulla.

I corsi della Tecnica della Scuola

Corsi di formazione docenti, ecco il catalogo dei corsi della Tecnica della Scuola, ente di formazione accreditato dal ministero dell’Istruzione e del Merito:

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