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Test d’accesso a Scienze della Formazione Primaria: niente bonus maturità, decidono gli atenei

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Il bonus Maturità riservato agli studenti che alla maturità hanno conseguito almeno 80/100esimi riguarda tutti i corsi universitari pubblici a numero chiuso, ma non l’accesso a Scienze della Formazione Primaria: la selezione per diventare docenti della scuola d’infanzia e primaria non seguirà i criteri stabiliti dal ministro Carrozza (modificati rispetto all’impianto iniziale del suo predecessore, Francesco Profumo) per tutti gli altri corsi ad accesso programmato a livello nazionale. Come medicina, odontoiatria e architettura. Le singole Università che gestiscono l’accesso a Scienze della Formazione Primaria continueranno a rifarsi alle modalità previste dalla Legge Fioroni del 2008. E determinare autonomamente il test d’ingresso nazionale per questo corso di laurea, in calendario il prossimo 17 settembre: sono 5.146 i posti disponibili stabiliti dal Miur.
“Ma non è la sola differenza”, spiegano dal sito studentesco Skuola.net, perchè “ci saranno più domande al test e più tempo per rispondere rispetto agli altri corsi e, inoltre, niente penalità per chi sbaglia”.
BONUS MATURITÀ VERSIONE FIORONI – Stando a questo scritto nel decreto del 15 luglio, i 10 punti del bonus maturità vengono assegnati dai singoli atenei secondo un criterio che deve essere coerente con il D.Lgs. 14 gennaio 2008 n. 21, ossia con la cosiddetta legge Fioroni. E dunque, oltre ai punti del test d’ingresso (massimo 90), i candidati potranno ottenerne altri (massimo 10) in base al loro percorso scolastico secondo i seguenti criteri: la media scolastica degli ultimi tre anni di scuola, compreso lo scrutinio finale dell’ultimo anno per l’ammissione all’esame di Maturità; il voto dell’esame di Maturità ottenuto dal 20% degli studenti con la votazione più alta attribuita dalle singole commissioni, e comunque non inferiore a 80 su 100; la lode ottenuta all’esame di Maturità; i voti, uguali o superiori all’8, conseguiti negli scrutini finali di ciascuno degli ultimi tre anni in discipline, predefinite nel bando di accesso a corsi universitari, che abbiano diretta attinenza o siano comunque significative per il corso di laurea prescelto. Il provvedimento Fioroni prevedeva di assegnare 25 punti al cosiddetto curriculum scolastico, ora invece si sono ridotti a 10.
CAMBIANO ANCHE PUNTI E DURATA DEL TEST – Al test d’ingresso sono previsti 80 quesiti, contro i 60 degli altri corsi ad accesso programmato. Ma se aumenta il numero di domande, cresce anche il tempo per rispondere: i candidati di Scienze della Formazione hanno a disposizione 150 minuti, contro i 100 negli altri corsi a numero chiuso. Rispetto agli altri corsi di laurea cambia anche l’assegnazione del punteggio alle risposte. Ogni risposta esatta vale 1,125 punti contro 1,5: l’introduzione dei millesimi è legata al fatto che bisognava adeguare il nuovo sistema di punteggio massimo (90) con la vecchia struttura a 80 quesiti. E non ci sono penalizzazioni in caso di risposte errate che, invece, negli altri corsi vengono “punite” con un punteggio negativo di 0,4 punti.
IL TEST LO FANNO LE UNIVERSITA’ – Non sarà, inoltre, opera del Ministero il contenuto della prova di ammissione. Viale Trastevere ha scelto solo il numero dei quesiti e la loro suddivisione per argomento in questo modo: 40 quesiti di competenza linguistica e ragionamento logico; 20 quesiti di cultura matematico-scientifica; 20 quesiti di cultura letteraria, storico-sociale e geografica.