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2 adolescenti su 10 indirizzano messaggi di odio verso altri

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Il 78% , ossia 8 adolescenti su 10 ha già almeno un profilo proprio sui social network approvato dai genitori, altri hanno un profilo fantasma di cui il padre e la madre non sono a conoscenza. I ragazzi crescano sempre più allo sbaraglio in rete e questo porta ad un incremento degli episodi di cyberbullismo soprattutto tra i bambini e i pre-adolescenti, mentre il bullismo sessuale è un problema sempre più diffuso a partire dagli 11 anni di età.
La notizia è riportata da Agi.

Nella rete della rete nascono nuove funzioni e nuove modalità di utilizzo che attirano sempre più bambini, adolescenti e adulti ad usufruire sistematicamente dei servizi di internet.

Questo non significa che sia una app a “causare” un problema o che, da innocente ragazzino per bene, lo trasformi in un feroce cyberbullo perché ci sono anche migliaia e miglia di utenti che pur usufruendo di tutte queste funzioni rispettano se stessi e l’altro.

I dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza evidenziano invece il problema sempre più emergente legato all’Hate Speech o “commenti e discorsi di odio”, anche tra i più piccoli.

“Parliamo di oltre 2 adolescenti su 10 che dichiarano di scrivere intenzionalmente dei commenti negativi nei confronti di un’altra persona e di indirizzare messaggi di odio verso altri, ovviamente coperti dalle distanze di sicurezza della rete”.

Adolescenti

Adolescenti senza controllo genitoriale, soli in rete e con un’arma in mano: le femmine più aggressive dei maschi tra gli 11 e i 13 anni, nonostante diventino con il passare del tempo bersaglio dei cyberbulli e degli odiatori.

Le ragazze, dice il report dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, su un campione di 11.500 adolescenti italiani dagli 11 ai 19 anni, manifestino un profilo di rischio per lo sviluppo della dipendenza da smartphone più dei maschi, legato ad un uso compulsivo di chat e social, un umore e autostima condizionati dal numero di like e dall’approvazione social, un controllo delle notifiche anche durante la notte.

Numeri in crescita

Nel periodo storico in cui si investe sulla prevenzione e si parla maggiormente di pericoli e problematiche legate alla rete, perchè i numeri sono in crescita?

Convegno

Le domande troveranno risposta a Roma, il 21 ottobre 2017 alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, dalle ore 9 alle ore 13, nell’ambito delle attività di un convegno di scala nazionale dal titolo “Nella rete della rete” organizzato dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza in cui i massimi esperti sul territorio nazionale sulla sicurezza, privacy e pericoli della rete si conforteranno su tutte queste tematiche.

Oggi non si debbono più cercare profili di rischio particolari, sono adolescenti “normali” i cyberbulli di oggi, quelli che non capiscono cosa ci sia di male a comportarsi in un determinato modo, rinforzati da un pubblico di “condivisori” e di “commentatori” più violenti di chi aggredisce.

Gli interventi

A tal proposito, durante l’evento interverranno: il Safer Internet Centre del MIUR con il progetto Generazioni Connesse; la senatrice Elena Ferrara; Paolo Picchio, padre di Carolina; Maura Manca, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza e autrice del libro Generazione Hashtag; Luca Bernardo, direttore del Centro anti-bullismo del Fatebenefratelli di Milano; Marco Valerio Cervellini della Polizia Postale e delle Comunicazioni; la Questura di Roma con il progetto Scuole Sicure; Laura Bononcini responsabile di Facebook Italia, Grecia e Malta; Camilla Bistolfi, direttrice del Centro Nazionale Anti-Cyberbullismo che approfondirà il delicato tema della sicurezza; Ivano Zoppi, Presidente di Pepita; Daniele Grassucci di Skuola.net e Giuseppe Curcio dell’Università dell’Aquila.

Madrina dell’evento l’attrice Francesca CHILLEMI

Infine, verrà presentato l’innovativo progetto del Cyber Coaching proposto dal CNAC, Centro Nazionale Anti-Cyberbullismo per garantire a tutti la possibilità di conoscere il web, scoprire le sue diverse sfumature e contribuire alla formazione di ragazzi, genitori e corpo docente nei luoghi a loro più familiari (scuole, luoghi di lavoro, social ecc), con la collaborazione di cyber esperti da un punto di vista psicologico e della sicurezza in rete, attraverso uno specifico canale YouTube, pagine web e social network e il sito del CNAC.