Home Archivio storico 1998-2013 Precari 230mila contratti p.a. in scadenza. Ma il ministro: “No alla stabilizzazione”

230mila contratti p.a. in scadenza. Ma il ministro: “No alla stabilizzazione”

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“L’allarme della Cgil”, ha proseguito Patroni Griffi a margine di un evento alla Luiss, “non è nuovo, perchè il problema dei precari esiste da vari anni, da vari governi e da varie stagioni sindacali”. In ogni caso, ha proseguito, “i numeri vanno disaggregati, perchè i precari non sono tutti uguali”.
Proprio per avere dei numeri certi, che però il ministro non è stato in grado di fornire, “mercoledì ci sarà un tavolo tecnico, in cui verrà fatta una distinzione tra scuola e p.a.”. Secondo Patroni Griffi, insomma, “bisogna trovare soluzioni diversificate” in relazione alle varie tipologie di contratto, prima però – ha ripetuto – “dobbiamo disaggregare i dati, lo faremo e troveremo una soluzione”.
Il ministro del lavoro Elsa Fornero però si augura che il governo intervenga per ridurre “l’ansia da precario” anche nella Pubblica amministrazione, dove sono a rischio 230mila persone che, per il segretario della Cgil Susanna Camusso, rappresentano una “bomba sociale”.
 “Questa a cui alludeva Camusso – specifica però Fornero a margine di un convegno promosso dall’Università Ca’ Foscari sul lavoro e la condizione femminile – riguarda il settore pubblico, che non è competenza del mio ministero”.
“Ribadisco che i contratti a tempo determinato, i lavori a progetto e le collaborazioni sono tutti temi che noi nella riforma del mercato del lavoro abbiamo affrontato non con l’idea di ridurre le flessibilità, ma di contrastare il precariato, che tocca in modo particolare i giovani e le donne. Dunque non una riduzione di flessibilità, ma un rafforzare i contratti anche in vista di una maggiore produttività”. Fornero ha detto di ritenere che questo “vada nella direzione di ridurre l’ ‘ansia da precario’. Credo che questo vada fatto anche nell’ambito pubblico e spero che il governo intraprenda iniziative in questo senso”.
Il ministro si è detta dispiaciuto che la Cgil non abbia firmato l’accordo sulla produttività, perché a suo giudizio “l’intesa ha molti lati positivi ed è un esempio di cooperazione fra le parti e col governo che ha portato risultati. L’accordo secondo il governo è diretto a far aumentare la produttività, che è un tema di arretratezza del nostro Paese”. Fornero ha ricordato che al tema della produttività “si associano i salari, che possono aumentare in maniera stabile e sostenibile. Mi pare che sia un caso in cui la cooperazione tra le parti e del governo con le parti, permette di raggiungere qualche risultato. Per questo mi dolgo che non sia stato firmato anche dalla Cgil”.