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4 miliardi per la banda larga

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La Commissione Ue ha approvato il piano nazionale italiano da circa 4 miliardi di euro per la banda larga ad alta velocità, stabilendo che è in linea con le norme sugli aiuti di Stato.

Il piano entro il 2022 porterà anche nelle aree a fallimento di mercato l’accesso a internet con connettività fino a 100 Mb, senza falsare indebitamente la concorrenza.

In linea con gli obiettivi del mercato unico digitale, osserva la Commissione in una nota, “la strategia italiana per la banda ultralarga mira ad aumentare la copertura della banda larga ad alta velocità, contribuendo così al raggiungimento dell’obiettivo nazionale di estenderla all’85% della popolazione e a tutti gli edifici pubblici (in particolare a scuole e ospedali) con una connettività di almeno 100 Mbps. Il piano sarà in vigore fino al 31 dicembre 2022”.

 

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“Lo Stato italiano finanzierà completamente la nuova infrastruttura, che resterà di proprietà pubblica, e incaricherà un concessionario della gestione della rete. La Commissione ha valutato la misura ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato, in particolare degli orientamenti sulle reti a banda larga del 2013 che mirano a garantire, tra l’altro, che il finanziamento pubblico non si sostituisca agli investimenti privati e che assicurano inoltre che altri prestatori di servizi possano utilizzare l’infrastruttura finanziata pubblicamente su base non discriminatoria proteggendo in tal modo la concorrenza effettiva, un fattore essenziale per gli investimenti e per offrire prezzi e qualità migliori ai consumatori e imprese”.

“La Commissione – si legge ancora nella nota – ha rilevato che la strategia dell’Italia comporterà la spesa di denaro pubblico per aree poco servite senza escludere gli investimenti privati. Sarà previsto un sostegno solo per le aree in cui attualmente non esiste alcun accesso alle reti di nuova generazione, vale a dire le reti che possono garantire velocità superiori a 30 Mbps, o in cui non ne è prevista la realizzazione nei prossimi tre anni (le cosiddette “aree bianche”). Per individuare queste aree, l’Italia ha effettuato una mappatura dettagliata e una consultazione pubblica”.

In sostanza, rileva Bruxelles, la strategia italiana promuoverà l’utilizzo delle infrastrutture esistenti, minimizzerà l’uso di fondi statali, stimolerà la concorrenza tra operatori e comporterà la concessione di aiuti di Stato mediante gare di appalto aperte conformi alla normativa italiana e dell’Unione.