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Al via le contro-proposte dei partiti per l’orario, ma il ministro propone 21 ore

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Domani parte, in commissione Bilancio alla Camera, la discussione sulla Legge di stabilità, poi una settimana di tempo, fino al 31 ottobre, per presentare gli emendamenti al testo del governo.
Il punti centrali della discussione riguardano il nodo rappresentato dalla scuola, con i gruppi parlamentari impegnati a elaborare le loro contro-proposte per evitare di innalzare da 18 a 24 le ore di lezione ai professori di medie e superiori. Il ministro sarebbe disposto alla marcia indietro, ma a "saldi invariati".
 In ogni caso ha messo sulla bilancia delle trattative due contro-proposte.
Una prevede di innalzare l’orario a 21 invece di 24 ore, ma il Pd non vuole sentirne parlare: "Non un’ora in più a carico degli insegnanti". L’altra possibilità sarebbe invece "un taglio lineare sul bilancio del dicastero che però non tocchi il capitolo personale".
Dove trovare allora i 183 milioni?
Nel Pd, dopo l’intransigenza di Bersani ("La legge di stabilità così non la votiamo"), Francesca Puglisi indica nella difesa una possibile ricerca di fondi: "Bisogna cercare altrove i 183 milioni di risparmio sulla scuola chiesti dalla spending review. Per esempio si possono cercare nel bilancio della Difesa, che ha oltre 11 miliardi di spesa corrente. Basterebbe lo 0,1% di taglio per coprire i risparmi della scuola. Scriveremo emendamenti che chiedano lo stralcio sia del comma sulle 24 ore, che di quello sul costituendo Fondo per la valorizzazione dell’istruzione scolastica. E chiederemo che per trovare i soldi si guardi fuori dal bilancio del Miur. Laddove non fosse possibile stiamo anche contabilizzando i risparmi che si potrebbero ottenere introducendo i software open source nelle scuole". Una proposta che sembra essere piaciuta al ministro Profumo.
Nel Pdl a quanto pare si cerca tra i meandri del ministero stesso, come dice Elena Centemero, membro della commissione Cultura della Camera e responsabile nazionale scuola del Pdl: "Stiamo analizzando i risparmi che deriveranno dalla spending review". Si guarda sia ai risparmi "che riguardano la dirigenza e le consulenze del ministero dell’Istruzione che quelli di altri ministeri. Cercheremo anche soluzioni condivise in commissione Cultura visto che tutti i gruppi sono contrari all’aumento di ore".
Per l’Idv, attraverso l’on. Pierfelice Zazzera, si dice di eliminare “la voce che all’articolo 8 della legge stabilisce di dare 223 milioni alle scuole private e mettiamo quei soldi sulla scuola pubblica. Sarebbe un atto nel rispetto della Costituzione. Inviteremo il governo a riflettere su questo punto. E poi si potrebbe intervenire anche con l’aumento di un punto percentuale dell’Ires, Imposta sul reddito delle società. Si possono ottenere molti soldi così da girare in parte sulla scuola".
No all’aumento di ore anche da parte dell’Udc che, attraverso la parlamentare Luisa Capitanio Santolini, chiederà "certamente lo stralcio del relativo comma. Poi chiederemo di metterci attorno ad un tavolo per discutere delle future soluzioni, ma ora non si può chiedere questo agli insegnanti. Lo dico da persona che è stata per anni in cattedra: non si può dire di colpo ai docenti di lavorare 6 ore in più".
Le interviste ai politici sono state tratte dal sito “Dire”