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Allarme obesità infantile, il Governo corre ai ripari, più ore di educazione motoria in arrivo

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Con i numeri alti di obesità tra gli adolescenti il Governo rilancia l’importanza dello sport a scuola per migliorare la salute e il benessere delle nuove generazioni.

Allarme sedentarietà lanciato dall’organizzazione mondiale della Sanità, con oltre il 94% degli adolescenti italiani che non fa attività fisica, Il Governo Italiano al lavoro per garantire più attività motoria a partire dalle scuole.

Le misure proposte dal Ministro Abodi

Tra le misure proposte dal Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi troviamo l’aumento delle ore di educazione fisica nelle scuole, più investimenti nelle infrastrutture sportive e il ritorno dei Giochi della Gioventù.

Tra le prime mosse per contrastare il fenomeno della sedentarietà nel nostro Paese, il Ministro Abodi sta lavorando per innalzare a tre le ore settimanali di educazione motoria nelle scuole.

Non solo, il Ministro dello Sport insieme al responsabile del MIM Valditara sta lavorando per rendere strutturale la sperimentazione dell’insegnante di educazione fisica in quarta e quinta elementare, portandolo anche ai primi tre anni delle elementari. Ci sarà ovviamente da valutare da parte del MEF le coperture economiche.

Altro piano si cui si intende intervenire sono le infrastrutture grazie ai fondi messi a disposizione dal PNRR, il governo è riuscito a raddoppiare le risorse per le ristrutturazioni delle palestre scolastiche e per trovare laddove necessario l’utilizzo di spazi alternativi come cortili o aree non utilizzate.

Per contrastare la sedentarietà si pensa inoltre a rendere disponibili le palestre oltre l’orario scolastico dandole in uso a realtà associative locali per consentire la pratica degli sport anche ai meno abbienti.

Con l’avvento delle prime Olimpiadi degli Esports nel 2027 che segna il passaggio storico dell’ingresso ufficiale degli sport digitali nel panorama olimpico è fondamentale che ci sia sempre un corretto bilanciamento tra sport digitale e attività fisica reale.

I numeri e i motivi dell’obesità in Italia.

Se negli anni ’60 alcuni studi avevano mostrato gli effetti benefici per la salute della dieta tradizionale italiana, composta prevalentemente da cibi preparati con farina, olio d’oliva, verdure e legumi, frutta e con ridotto contenuto di carne, la cosiddetta dieta mediterranea, oggi gli stili di vita e le abitudini alimentari degli italiani sono purtroppo cambiati.
Per diverse cause, una su tutti il fatto nelle famiglie italiane si è persa la figura della casalinga che prepara il pranzo tradizionale, oggi lo stesso viene spesso sostituito da sandwich e snack che hanno un elevato potere calorico, ma minore valore nutrizionale.

Ad essere cambiata è anche l’abitudine da parte dei bambini e ragazzi di giocare all’aria aperta. Oggi per motivi che non stiamo a ricordare i bambini e gli adolescenti passano gran parte del tempo libero con i cellulari e la stessa attività fisica svolta nelle scuole non si fa più con la stessa severità di un tempo. Tutti questi fattori hanno portato ad un aumento dei livelli di obesità. Infatti, l’obesità tra gli alunni delle scuole elementari è aumentata dallo 0,5% dei bambini nati negli anni ’50 al 20% dei bambini nati negli anni ’90.

Complessivamente Il 18,2% degli adolescenti è in sovrappeso e il 4,4% è obeso a livello nazionale. Il sovrappeso e l’obesità erano leggermente più elevati tra i ragazzi di 10-11 anni rispetto a quelli di 12 anni e più, rispettivamente 28% versus 25%

Abitudini alimentari sbagliate e poca attività fisica

Tra i ragazzi obesi, in recenti ricerche sul tema, era fattore comune l’abitudine di saltare la prima colazione, come pure l’abitudine di non consumare la merenda di pomeriggio.

Abitudini alimentari sbagliate, quindi, come la mancanza di controllo e consapevolezza da parte dei genitori e sicuramente un non adeguato livello di attività fisica da parte dei ragazzi.

Secondo recenti dati da parte dell’OMS meno di un adolescente su 10 svolge almeno 60 minuti al giorno di attività motoria moderata-intensa, che significa anche andare a scuola a piedi o in bicicletta, un’abitudine che diminuisce all’aumentare dell’età. Addirittura, una ragazza di 17 anni su tre dichiara di non fare mai attività fisica, contro il 12% dei maschi.
Altro dato allarmante: negli ultimi 5 anni i ragazzi che fanno attività fisica sono sempre meno. La pandemia non ha certo aiutato ma nulla si è fatto per correggere questo dato. Siamo passati dal 44% al 40% dei giovani che svolge almeno 4 giorni a settimana di attività fisica moderata-intensa, con frequenze maggiori nei maschi rispetto alle femmine.

Cosa si può fare per limitare il fenomeno

La scuola può far molto e la direzione del Governo è sicuramente positiva, ma occorre lavorare su più fronti, aumentando le conoscenze sulle corrette abitudini alimentari sia nei ragazzi che nei genitori, aprire la possibilità a tutti di fare sport e far in modo che le ore previste a scuola vengano svolte a dovere. Un titolo a parte meriterebbe la necessità di riaprire le mense a scuola che darebbe a tutti i ragazzi delle medie e superiori la possibilità di mangiare un pasto equilibrato.

Un altro aspetto che porta a mangiare male da parte degli adolescenti è, infatti, legato agli orari di uscita dalla scuola, soprattutto chi frequenta gli Istituti tecnici si trova ad uscire anche alle 14.50 e a meno di essere vicino casa consumare un pasto equilibrato diventa quasi impossibile.

La stessa attività motoria svolta nelle scuole andrebbe migliorata.

Via quello che succede spesso con “il pallone in mezzo e fate quello che volete” mentre si dovrebbe tornare alla vecchia e sana ginnastica di una volta con tanto di verticale e quadro svedese. Scarpe da ginnastica obbligatorie, tuta e maglia per sudare un po’ lavorando perché no sulla coordinazione e sull’elasticità del corpo.