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Alternanza scuola-lavoro, ancora abusi: un’impresa la trasforma in contratto di assunzione senza dirlo all’allieva

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Sull’alternanza scuola-lavoro degli studenti della scuola secondaria continuano ad accavallarsi le polemiche. Ad alimentarle sono anche le continue denunce di sfruttamento o cattivo inquadramento degli allievi in formazione. Quest’ultima circostanza si è verificata a Erbe, in provincia di Como: secondo quanto riferisce l’Unione degli Studenti, “un’impresa dichiara di aver assunto una studentessa, ma si tratta di un’esperienza di alternanza”, negando in tal modo “i diritti della studentessa”.

La studentessa non sapeva nulla

“Per legge – scrive l’Unione degli Studenti – l’alternanza non potrebbe essere contrattualizzata, ma è esattamente quanto è successo: un’impresa ha dichiarato di aver assunto una ragazza con un contratto a tempo indeterminato per giustificare un presunto pagamento della studentessa avvenuto durante la sua esperienza formativa. Presunto, perché la ragazza non ha mai firmato nessun contratto di lavoro, e quindi non ha ricevuto alcun pagamento”.

“La sua – continua l’UdS – sarebbe dovuta essere una regolare esperienza di alternanza scuola-lavoro, e infatti come tale è stata presa in considerazione dalla scuola. Come se non bastasse, l’azienda non ha neppure comunicato alla ragazza la falsa dichiarazione di assunzione”.

Uds: un fatto gravissimo

Per il sindacato studentesco “il fatto è gravissimo perché ha messo a rischio la studentessa nel momento della dichiarazione dei redditi. Questa è solo l’ennesima dimostrazione di quanto sia gestita male, a distanza di tre anni dalla sua introduzione, l’alternanza scuola-lavoro”.

“La Buona Scuola ha messo le aziende al centro nella definizione dei percorsi di alternanza invece che l’istituzione scolastica, e la follia di questa impostazione sta facendo emergere i veri mostri: sfruttamento, lavoro gratuito e totale incomprensione del senso e della valenza formativa ed educativa di queste esperienza”.

Gli studenti però non chiedono di abolirla

L’Unione degli Studenti sostiene, infine, di non volere cancellare l’alternanza scuola-lavoro, ma non così come inquadrata nella “Buona Scuola: vogliamo l’istruzione integrata, cioé un ponte tra il sapere pratico e il sapere teorico che metta al centro non le aziende, ma la scuola, per non lasciare spazio agli interessi delle imprese, alle loro strategie di profitto, ma ai bisogni educativi e formativi degli studenti, impedendo che si verifichino casi di sfruttamento o, come in questo caso, gravi irregolarità lesive dei nostri diritti”.

“La Buona Scuola – conclude l’Uds – va abrogata immediatamente per porre fine a questi casi di completa irregolarità”.

Bussetti: dobbiamo migliorarla

In settimana, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, oltre a parlare di diplomati magistrale, ha anche detto la sua sull’alternanza scuola-lavoro modificata proprio dalla Legge 107/15 voluta dal governo Renzi: “è stata un’esperienza positiva, con alcuni aspetti buoni e altri meno. Andrebbe migliorata senz’altro – ha detto Bussetti – per permettere alle scuole di poter programmare, pensare di introdurre un minimo di ore oltre che un tetto massimo di ore”. La modifica di fondo, ha concluso il neo ministro, è “far diventare l’alternanza un’opportunità e non dovere”.