
Lo scorso luglio abbiamo parlato dell’alunno di origine pakistana che è stato bocciato alla maturità. La scuola, i compagni, si sono mobilitati per lui: si tratta di uno studente che si era impegnato tantissimo, arrivato in Italia solo nel 2020, senza mai fare un giorno di assenza.
Il ragazzo, come riporta Il Corriere della Sera, ha fatto ricorso, iscrivendosi di nuovo al quinto anno in attesa che il Tar si pronunciasse. I giudici hanno deciso: il ragazzo è ufficialmente diplomato.
Il 4 settembre il Tar aveva accolto le richieste degli avvocati e aveva disposto che una commissione riesaminasse le prove scritte. Dopo tre settimane, il 24 settembre, la commissione ha deciso che potesse avere il suo diploma sulla sola base delle prove scritte, quindi senza dover sostenere di nuovo la prova orale.
Il ricorso
Nel loro ricorso, con motivazioni molto articolate, i due legali avevano rilevato innanzitutto violazioni normative rispetto agli strumenti compensativi che, in sede di esame, spettano agli studenti Bes, con bisogni educativi speciali, categoria ampia in cui rientrano anche lo svantaggio linguistico e socio-culturale. Insomma, il ragazzo doveva poter avere, durante le prove, anche quella tecnica di indirizzo, degli strumenti e degli aiuti (o strumenti compensativi) che potessero favorirne la comprensione.
“A quel punto — spiegano i legali — abbiamo preso a riferimento la prova di italiano, dove l’indicazione era di non guardare alla forma, ma alla sostanza del testo: quando abbiamo letto la prova di italiano ci siamo commossi per il contenuto, parlava di rispetto, ma gli erano stati segnati in rosso errori di sintassi e di grammatica. Sulla base del contenuto quella prova non poteva essere considerata insufficiente”.
Lo hanno messo anche nero su bianco nel loro ricorso: “La Commissione d’esame ha errato anche nel valutare le prove: basti leggere la prova scritta d’italiano, dalla scelta della traccia ai contenuti della stessa, per avvedersi della profondità e dello spessore del ragazzo”.
Il ragazzo è ufficialmente diplomato
“Il ragazzo — hanno scritto nel ricorso i due avvocati — è sempre stato promosso, mai un debito in cinque anni; nell’ultimo triennio l’ammissione alla classe successiva è sempre stata deliberata all’unanimità del consiglio di classe ed è stato ammesso alla maturità con voto unanime del consiglio di classe”.
Il ragazzo così è ufficialmente diplomato. Nell’udienza del 3 dicembre il Tar prenderà atto della decisione già comunicata all’Ufficio scolastico provinciale e all’istituto ed emetterà la sentenza. Lui da ieri non va più a scuola e potrà iniziare la sua nuova vita.



