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Anche la Gilda impugnerà la sentenza della Cassazione contro i diritti dei precari

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Non sarà sola l’Anief a fare ricorso dinanzi alla Corte europea di Strasburgo per difendere il diritto dei precari all’equiparazione con i colleghi di ruolo, invece negata sentenza Corte di Cassazione del 20 giugno scorso che considerando legittima la reiterazione dei contratti di supplenza ha stabilito che nei loro confronti non è dovuta alcuna forma di risarcimento e di stabilizzazione.
A spiegare le ragioni del ricorso è direttamente il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, secondo cui la decisione della Cassazione “è stata una spiacevole sorpresa che colpisce il diritto alla stabilizzazione del rapporto di lavoro dei precari, negando loro la parità di trattamento di carriera rispetto ai docenti di ruolo”. Il leader del sindacato autonomo spiega che questa decisione “oltre a mandare in fumo la speranza di immissione in ruolo o di eventuale risarcimento per migliaia di insegnanti è in palese contrasto con la relativa normativa europea”.
Per questi motivi la Gilda annuncia che intraprenderò una dura battaglia per la tutela dei diritti dei precari: “Promuoveremo un procedimento di infrazione contro lo Stato italiano alla Commissione europea per manifesta violazione della direttiva comunitaria in tema di tutela del lavoratore precario – conclude Di Meglio – ma soprattutto un ricorso alla Corte europea di Strasburgo per violazione della Carta Ue dei diritti dell’uomo”.
L’unità sindacale non si verifica su tutti i temi. A differenza di altre organizzazioni, sempre la Gilda è tornata a rivendicare la legittimità di “attingere al Fondo d’istituto per la retribuzione degli scatti di anzianità 2011”. La proposta, su cui sta seriamente lavorando il Miur, è stata ribadita ieri nel corso dell’assemblea nazionale della Fgu che si è pronunciata all’unanimità su tale soluzione. Anche in questo caso è Di Miglio a spiegare i motivi di una presa di posizione che farà sicuramente discutere: “si tratta di un problema che arreca forte disagio in molte scuole – sottolinea il coordinatore del sindacato – . Talvolta, infatti, anziché essere utilizzato per premiare chi si impegna di più, diventa fonte di sprechi se non, addirittura di casi di clientelismo. La scuola è fondamentale luogo di educazione dei cittadini. Non possiamo permettere simili derive culturali”.