Anno sabbatico ai docenti ogni 4 anni pagato all’80%, bonus mensa e indennità a chi lavora lontano da casa: Anief li vuole nel contratto

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Anno sabbatico ai docenti ogni 4 anni pagato dall’amministrazione per l’80%, bonus mensa a tutto il personale scolastico, come già avviene per gli altri dipendenti pubblici, indennità a insegnanti e Ata che prestano servizio a centinaia di chilometri da casa. Ad annunciare la richiesta dei benefit a favore dei lavoratori della scuola è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: intervistato dalla Tecnica della Scuola, il sindacalista ha detto che “stiamo parlando del welfare, il benessere del lavoratore che deve essere attuato in tanti modi: nello scorso contratto siamo riusciti a far passare un principio, che la formazione va attribuita anche al personale scolastico; ora vorremmo che passassero altri principi che sono già riconosciuti per tutti gli altri dipendenti della Pubblica Amministrazione”.

In vista dell’atto di indirizzo del Ccnl 2022-24, il vostro sindacato ha caldeggiato due temi: il bonus riguardante la mensa, che ha preso piede anche con l’approvazione del contratto delle Funzioni centrali per i cui dipendenti è previsto pure per chi è in smart working; e poi anche l’anno sabbatico che per le regioni a statuto speciale è già una realtà sovvenzionata e pagata dall’amministrazione quasi per la sua totalità. Facciamo il punto della situazione?

“Per tutti i docenti – ha detto il sindacalista – chiediamo che venga inserito nel prossimo contratto di lavoro l’anno sabbatico ogni quattro anni, retribuito all’80% dello stipendio, come avviene nella provincia autonoma di Bolzano. E non ogni dieci, oltretutto non retribuito, come avviene oggi per il personale scolastico di tutta Italia. E chiediamo il bonus per la mensa, che anche in questo caso è già una realtà nella provincia autonoma di Trento ma non è così per il personale scolastico: è pagato in tutti i ministeri, addirittura la Cassazione ci dice ora anche in smart working, invece il personale amministrativo dalle nostre scuole non ce l’ha. Noi l’avevamo chiesto già nello scorso contratto: ci è stato detto che non c’erano le risorse, quindi chiediamo al governo di metterle, di prevederlo nell’atto di indirizzo del Ccnl 2022-24. Un’altra richiesta, ma non è l’ultima, è una specifica indennità per i lavoratori fuori sede: noi la vorremmo dare anche a chi lavora nelle scuole montane, così come è stato dato, grazie ad Anief, a chi lavora nelle piccole isole, vorremmo però a questo punto che chi paga non deve lasciare il proprio stipendio per lavorare lontano da casa.

Ma c’è la possibilità da parte della politica, di chi governa e la scuola e in generale il Paese, di impegnare risorse importanti per raggiungere gli obiettivi che vi siete prefissati?

Sono due i momenti. Il primo è riconoscere dal punto di vista giuridico un diritto, perché se il diritto è negato giuridicamente non può neanche essere rivendicato; il secondo è finanziarlo. Nel caso dell’indennità per le scuole montane o ancora per l’indennità per i lavoratori fuori sede noi abbiamo trovato pure dei capitoli che potrebbero finanziare questo. Così come abbiamo garantito dei diritti con l’ultimo contratto 2019/21. Ricordiamoci sempre che con il nuovo contratto degli insegnanti, ogni ora in più deve essere pagata 19 euro e 25 centesimi, quindi qualsiasi cifra venga data inferiore a questa sarebbe impugnabile in tribunale, poiché l’orario aggiuntivo è stato disciplinato dal contratto.

Come intendete muovervi nell’immediato per avere il consenso dei lavoratori e considerando che stiamo parlando di oltre un milione di docenti e personale Ata?

Siamo consapevoli che si tratta di sfide da mettere nel contratto, che si firma solo se si arriva al 51%. Siamo in una campagna Rsu, al termine della quale si eleggeranno dei lavoratori per cambiare i contratti d’istituto, ma si andrà anche a formare una lista che andrà graduare la percentuale di rappresentatività del sindacato; quindi, più forte è il sindacato, più forte sarà la voce per queste richieste.