Home Archivio storico 1998-2013 Concorso Dirigenti Anp: le sentenze sui concorsi a ds danneggiano le scuole

Anp: le sentenze sui concorsi a ds danneggiano le scuole

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Per l’Anp la perplessità maggiore consiste nel fatto che la sentenza del CdS non accerta la “violazione dell’anonimato, ma la semplice, "astratta” (sic!), possibilità che questo accadesse è bastata. Come dire che non serve provare che un fatto illecito sia accaduto: basta che non sia impossibile che accada”. 
Un’argomentazione, sottolinea l’associazione dei presidi, che nella sua astrattezza “butta a mare gli interessi di trecentocinquanta scuole, un terzo dell’intero sistema di istruzione di una regione come la Lombardia”. Saremo al fianco, dice ancora l’Anp, “dei concorrenti incolpevoli in tutte le sedi in cui essa avrà seguito”, mentre eserciteremo “ogni possibile pressione sul Ministero e sul Governo perché faccia quanto di sua competenza per tutelare, con i provvedimenti possibili ed appropriati, gli interessi di chi è stato danneggiato”. 
Anche la sentenza del Tar dell’Aquila non piace all’Anp, “in cui il motivo dell’annullamento è l’eccessivo numero di presidenti e commissari che si sono avvicendati durante la correzione delle prove scritte. Argomenta il TAR che tutte quelle malattie dovevano essere sospette e che l’USR non avrebbe dovuto "bersela”. In entrambe le regioni però, dice l’Anp, a subire le conseguenze più gravi sono gli alunni e il personale delle scuole, mentre la giustizia amministrativa “non esiste per librarsi su principi astratti, ma per governare scontri di interessi concreti. E nelle sue decisioni non può ignorare i danni che eventualmente produce.” 
Sarebbe dunque importante per l’Anp trovare un modello alternativo all’attuale e centenaria procedura concorsuale, visto che ormai “nessun concorso va a buon fine, perché si sommano tre elementi tutti sfavorevoli: l’inadeguatezza dell’Amministrazione, la litigiosità degli esclusi e la sovrana indifferenza dei giudici amministrativi per la salvaguardia degli interessi comuni.” Dello stesso tenore la dichiarazione dell’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea: “Apprendo con stupore della sentenza del Consiglio di Stato che rinvia l’esito del concorso a dirigenti scolastici per la Lombardia, imponendo la ricorrezione delle prove scritte di tutti i 996 candidati e di fatto operando una riedizione del concorso”.
 “In ogni caso questa è l’ennesima dimostrazione, se ce ne fosse stato bisogno – ha proseguito l’assessore – del fatto che il reclutamento dei docenti e dei dirigenti non può più avvenire attraverso procedure concorsuali elefantiache e farraginose esposte a sicuri ed innumerevoli contenziosi in tutte le fasi procedurali. Regione Lombardia proporrà in tempi brevi in Conferenza Stato Regioni proposte di reclutamento e valutazione dei docenti e dei dirigenti maggiormente legati all’autonomia scolastica e alle realtà locali” . Preoccupate Aprea “per il buon funzionamento delle scuole lombarde che, almeno nella fase iniziale del nuovo anno scolastico, saranno private della titolarità di un dirigente scolastico per una seconda volta”. Per questo l’assessore ha espresso piena solidarietà ai candidati già dichiarati idonei che “dovranno attendere ancora del tempo per vedersi riconosciuto il merito di aver regolarmente superato un concorso, anche nella certezza che i 355 posti messi a concorso per la Lombardia non potranno essere assegnati ad altre operazioni”. 
Tuttavia occorre ricordare che i giudici applicano la legge, a prescindere dal possibile danno che possono arrecare, mentre singolare appare che dalle parti dell’amministrazione non si sono mai trovati i responsabili delle superficialità che poi determinano i contenziosi, a cominciare dalla conduzione e organizzazione delle preselezioni, rimarcati dal sospetto di fughe di notizie, dagli errori diffusi nelle domande e altro ancora. Per questo ci pare che la posizione di Cisl Scuola sia condivisibile, mentre se si lasciasse alle singole scuole autonome l’elezione del proprio dirigente, come propone Gilda-Unams e qualche gruppo parlamentare, forse si potrebbe risolvere il problema della giuda delle scuole, evitando sprechi di denaro per le procedure concorsuali, di tempo per le nomine e di spese legali per i tanti contenziosi che inevitabilmente esplodono. 
Ma si eviterebbero pure gli accorpamenti e i dimensionamenti delle istituzioni scolastiche e in modo particolare quelle delle piccole realtà locali che hanno bisogno di identità e specificità.