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Assunzioni, la ripartizione ricalca quella del 2009: la metà dei prof al sostegno

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La ripartizione delle immissioni in ruolo degli insegnanti sarà speculare a quella dello scorso anno: i numeri forniti dal Miur non consentiranno ad ogni classe di concorso di discostarsi dalle modestissime percentuali di assunzione rispetto i posti vacanti adottate nello scorso anno. La decisione di replicare il ‘metro’ utilizzato nel 2009 è stata comunicata ai sindacati nell’incontro tecnico tenuto il 6 agosto al ministero dell’Istruzione.
Buona parte dei 10.000 posti riservati ai docenti andrà al sostegno (5.000 cattedre). Grazie alla Legge Finanziaria del 2008, che prevedeva l’innalzamento fino al 70% dell’organico di diritto, verrà applicata un’aliquota del 50% sui posti disponibili: ciò significa che per una nomina sarà necessario che vi siano almeno 2 disponibilità.
Per quanto riguarda i restanti posti, verranno ripartito in percentuali uguali tra la scuola dell’infanzia (circa 1.700) primaria (circa 800), secondaria di primo grado (circa 1.750) e secondaria di secondo grado (circa 730). Tranne che all’infanzia, dove verrà assegnata un’aliquota del 30% dei posti disponibili (per una nomina sarà necessario che ci siano almeno 3 posti liberi), per gli altri corsi è stata attuata una percentuale tra il 10% ed il 13%. Una piccola fetta di assunzioni riguarderà anche gli educatori (che operano nei convitti) ai quali andranno 36 posti.
Si tratta più o meno di ruolo ogni cinque-sei cattedre libere. Soprattutto a livello di scuola media e superiore, dove le assunzioni devono essere ‘spalmate’ su diverse decine di classi di concorso, c’è poco da rallegrarsi:
tanto per intenderci in alcune regioni (Umbria, Sardegna, Basilicata, Molise) il numero di insegnanti delle superiori che avrà la fortuna di essere assunto in ruolo sarà inferiore alle 10 unità.
I restanti posti verranno suddivisi tra insegnanti della scuola primaria e secondaria.
Oltre alle percentuali, ai sindacati sono stati confermate le immissioni in ruolo annunciate un paio di giorni prima dal ministro Gelmini: assieme ai 10.000 docenti, i 104 Usp sparsi per la penisola procederanno all’assunzione di 6.500 amministrativi, tecnici ed ausiliari. Oltre ad una quota minima, appena 170, di dirigenti scolastici. Il Mef avrebbe dato l’ok definitivo.
I sindacati hanno chiesto, come avviene da alcuni anni, che le classi di concorso dove permangono pochissimi posti liberi (soprattutto per quanto riguarda le materie professionalizzanti degli istituti tecnici e professionali dove negli anni malgrado la penuria di posti si sono accumulate decine di candidati) abbiano almeno garantita l’assunzione del primo docente in graduatoria: il Miur, vista l’esiguità dei numeri, non ha potuto acconsentire, ma ha detto che darà indicazioni ai direttori degli Usr perché utilizzino eventuali posti avanzati (per rifiuti o altre ragioni) per queste classi di concorso ritenute più “deboli”.
Rispetto al corpo docente, per quanto riguarda amministrativi, tecnici ed ausiliari la percentuale di assunzioni sarà più o meno quella dei docenti dalla primaria in su: in base ai calcoli del Miur, per procedere ad un’assunzione serviranno, infatti, cinque-sei posti privi di titolare. Per i profili meno numerosi in questo caso il Miur ha dato l’assenso per assumere comunque almeno un candidato. Andrà un po’ meglio ai Dsga (in tutto 450), le cui ‘chiamate’ in ruolo scatteranno ogni due-tre posti liberi.
Oltre alle assunzioni il Miur procederà, sempre prima del nuovo a.s., a tutti i passaggi di qualifica del personale che completerà positivamente la formazione: la loro ‘promozione’ non inciderà, comunque, sulle assunzioni dei precari. Che infatti rimarranno 6.500.
La prossima settimana dovrebbe essere già pronto il decreto, corredato dalle ripartizioni a livello prima regionale e subito dopo provinciale. Poi, dopo Ferragosto, assisteremo alla solita corsa contro il tempo per consentire le immissioni in ruolo dei quasi 17.000 precari. Terminate le assunzioni a tempo indeterminato, sarà la volta delle supplenze annuali: lo scorso anno in diverse regioni entrambe fecero registrare ‘sforamenti’ a settembre. E pensare che la legge in vigore non consentirebbe assunzioni – in ruolo o annuali – oltre il 31 luglio.